“SCIACCA SEDOTTA E ABBANDONATA”: LE PAROLE DI UN PARROCO APRONO DIBATTITO SUI SOCIAL
Un passaggio dell’omelia pronunciata ieri dal parroco della chiesa del Carmine di Sciacca, Stefano Nastasi in occasione della processione di Maria Santissima del Carmelo, ha dato vita ad un dibattito sui social. In molti hanno visto nelle frasi di Nastasi dei riferimenti politici, ma probabilmente si è trattato di riflessioni che coinvolgono l’intera comunità e non solo le autorità amministrative. “Quel film girato molti anni fa è come se avesse segnato questa città – ha detto don Nastasi – Sciacca è stata Sedotta e abbandonata”.
“Faccia il parroco” – ha commentato l’ex consigliere comunale Maurizio Grisafi, mentre il commerciante Toni Montalbano ha voluto richiamare la frase compiuta: “Don Stefano ha detto che tutti dobbiamo sentirci responsabili e custodire il bello che abbiamo nella nostra città. Purtroppo – ha aggiunto – ormai tutto diventa polemica a tutti i costi”.
“Siamo noi comunità che violentiamo la nostra città, quando sporchiamo, parcheggiamo le auto in aree in cui vige il divieto, quando imbrattiamo i muri, etc…- ha scritto nel suo post l’ex presidente del consiglio comunale Gioacchino Marsala – quando cioè dimostriamo in tutti i modi la nostra inciviltà. Tutti noi, cittadini, dovremmo fare la nostra parte per meglio custodire i nostri beni contribuendo a rendere vivibile la nostra città. Poi…cu si la senti strinci li renti”.
“ Se il parroco in questione è don Stefano Nastasi è un grande – ha scritto Toni Policardi – fotografa sempre la realtà è non fa sconti a nessuno”.
Ed il medico Salvatore Settecasi: “Non credo che servano le parole del sacerdote, è sotto gli occhi di tutti il degrado della città, le promesse non mantenute, le terme chiuse, le strade disastrate, le aiuole ricche di fiori, il verde pubblico esageratamente verde…. tanto da invadere marciapiedi e seri stradali, l’ospedale ridotto ad uno spettacolo indecoroso non degno di un paese civile, gli arenili disastrati. Quindi non disturbiamo i Presbiteri…..hanno di meglio e di più importante di cui occuparsi”.
Il ruolo sociale dei parroci è richiamato nel suo post su Facebook dal giornalista Calogero Parlapiano – “I sacerdoti fanno parte della vita sociale di una città. Giusto si intervenga. No ad un ruolo di semplice commentatore del vangelo della domenica. Si intervenga per i disoccupati, per le morti sul lavoro, per lo spaccio, ecc. La politica è un altra cosa. Mi occuperei anche però di chiese vuote e processioni semideserte”.
Nelle parole del parroco c’è stato comunque un preciso riferimento alle questioni nazionali, alla posizione rigida dell’attuale governo sul tema degli immigrati, a lui molto caro dopo la lunga esperienza di Lampedusa. “Perchè prima gli italiani ? Non si deve guardare al colore della pelle, alla nazionalità o alla lingua parlata, perché sappiamo che il dovere del Vangelo è di parlare la lingua del cuore, che è una lingua universale Bisogna aiutare “l’altro”: chi viene a bussare”.