LA MASSONERIA SEMPRE PIU’ INVASIVA NELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI. MA IL NOSTRO “PALAZZO” E’ IMMUNE?
I fatti di ieri, ma anche del recente passato, dimostrano come la massoneria non esita a prendere a braccetto la mafia e anche personaggi che si trincerano, ignobilmente, dietro la veste dell’antimafia, quella a parole.
Nel trapanese è di tutta evidenza l’allarme lanciato dalla magistratura inquirente di un connubio tra massoneria, mafia, personaggi che rivestono incarichi e ruoli istituzionali e pubblici. La vicenda dell’ex presidente della Confindustria siciliana, e del suo successore, è l’esempio emblematico di un connubio che pone stringe le Istituzioni in una morsa mortale di interessi che sfociano nell’illegalità.
Altro fresco esempio sono gli arresti di ieri a Catania, tra cui il già presidente del Consiglio di amministrazione del “Lucia Mangano”, Corrado Labisi, 65 anni, è stato arrestato dalla Dia nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catania su un presunto “buco” da 10 milioni di euro nella gestione dell’istituto medico psicopedagogico. Nei suoi confronti il Gip ha emesso un’ordinanza in carcere per associazione per delinquere e appropriazione indebita, in qualità di “capo, organizzatore e promotore” della presunta frode. Dalle investigazioni risultano intrecci con la massoneria ma anche l’uso distorto dell’immagine dell’antimafia.
Di recente anche il procuratore aggiunto di Agrigent, Salvatore Vella, ha tracciato un quadro allarmante sull’invadenza della massoneria nella pubblica amministrazione. Il Belìce è un terreno prosperoso nel quale la massoneria ha un peso notevole.
E Sciacca? Non è immune. Ma queste sono scelte dei singoli appartenenti. Ciò che interessa, invece, è il Palazzo di Città. Sciacca ha sposato subito una rigorosa procedura relativa all’anticorruzione. Sarebbe davvero un atto di massima trasparenza nei confronti dei cittadini, ma soprattutto di rispetto dell’Istituzione, redigere e depositare spontaneamente nelle mani del referente locale dell’anticorruzione una dichiarazione in cui si attesti di non essere iscritti in nessuna loggia massonica, né avere parenti che ne facciano parte. Una dichiarazione che dovrebbe essere spontanea da parte di consiglieri comunali, amministratori, dirigenti.
Del resto, gli iscritti ai vari club services, quali Lions, Rotary, Kiwanis, rendono in chiaro i loro iscritti, anzi essi indossano il piccolo distintivo al bavero della giacca. Non hanno nulla da nascondere, da incappucciare. Anzi, grazie al loro operato, Sciacca gode di numerose iniziative che hanno arricchito il decoro della città, l’hanno reda più bella. Senza dimenticare che grazie al Rotary è stato aperto per la prima volta dopo decenni di abbandono il Teatro Popolare, noto come Samonà.
La Massoneria agisce nel buio più totale, ermetica. Ecco perché le istituzioni devono essere immuni del suo eventuale contagio, per non essere influenzata da imposizioni che vanno contro gli interessi della comunità.
Filippo Cardinale