E’ EMERGENZA RIFIUTI, STOP ALLE PROROGHE. DISCARICHE PIU’ LONTANE E AUMENTO DEI COSTI

Viviamo l’emergenza rifiuti in piena stagione estiva. E’ infatti fallita al ministero dell’Ambiente da parte della Regione che non ha ottenuto la proroga dell’ordinanza che avrebbe consentito di continuare a utilizzare le discariche al massimo regime, in deroga ai vincoli normali, specie per quanto riguarda il pre-trattamento dei rifiuti.

Roma ha chiuso, in sostanza, la lunga era degli interventi di emergenza. Una lunga era in cui i Governi siciliani non sono riusciti a trovare una soluzione definitiva al problema dei rifiuti. Già in questi giorni vediamo gli effetti dell’emergenza a Sciacca con la chiusura delle discariche e gli autocompattatori pieni e impossibilitati a scaricare i rifiuti. Le prossime ore peggioreranno la situazione.

Adesso la Regione, in fase di emergenza con montagne di rifiuti per le strade, dovrà riadattare tutte le procedure di gestione delle discariche. Intanto, è scoppiata la divergenza tra l’assessore regionale Alberto Pierobon e il dirigente generale dell’assessorato ai Rifiuti Salvo Cocina. L’assessore regionale Pierobon ha anche scritto una nota interna a Cocina contestando formalmente i ritardi con cui il dipartimento ha messo a punto le carte da spedire al ministero per avviare le procedure che avrebbero portato al rinnovo dell’ordinanza o al varo di un piano B.  Cocina  avrebbe spedito il carteggio a Roma solo giovedì scorso a poche ore dalla scadenza della vecchia ordinanza. E non a caso il ministero nella lettera di risposta ha preso tempo per approfondire il caso.

Salvo Cocina  è noto a Sciacca per il suo post pubblicato sul suo profilo Facebook quando furono trovati avvelenati 27 cani randagi a Sciacca. Scrisse, e poi fece sparire, questo: “30 poveri cani avvelenati a Sciacca! 30 creature indifese che forse infastidivano un folle o un imbecille senza scrupoli. Lasciati per giorni ai margini di una strada, poi rimossi come rifiuti da Comune che neppure ha sequestrato tempestivamente l’area. Un fatto che esprime tutta l’inciviltà e l’ignoranza di un popolo e di suoi degli amministratori indifferenti o distratti. Mentre nei paesi civili il randagismo non esiste più da noi assume contorni drammatici; Comuni e Asp non fanno prevenzione, non hanno censito i randagi nè fatto microchippatura, non fanno le sterilizzazioni e non riescono ad assicurare il soccorso ai randagi malati o investiti. Neppure i tanti volontari e le associazioni animaliste animate da tanta volontà riescono a contrastare abbandoni e carneficine. Vergogna…”

Il dirigente ha offeso una città e i suoi cittadini e che, nel contempo, dall’alto della sua dirigenza, delle sue responsabilità, del suo stipendio, non riesce a risolvere l’emergenza rifiuti, sperando nel rilascio di proroghe. Tanto, pensa, si sa le cose come vanno. Le cose, invece, sono andate diversamente e Roma non è più disposta ai sopportare negligenze di dirigenti come Cocina. Nè di politici regionali che rimandano nel tempo le soluzioni. La Sicilia è in emergenza rifiuti, a vergognarsi dovrebbe essere lui. Dunque dopo tre anni finiscono le deroghe per le discariche siciliane (l’ultima era stata faticosamente strappata a dicembre). Questo significa la chiusura (già avvenuta) di alcuni impianti e la trasformazione di altri.

Rifiuti trasferiti in impinati lontani e aumento di costi. Il primo effetto sarà che molti Comuni, tra cui Sciacca,  porteranno i rifiuti nelle discariche e impianti più lontani a un costo ovviamente maggiore. È un caso che riguarda subito 66 centri dell’Agrigentino, del Trapanese e del Nisseno che fino al 31 maggio hanno scaricato a Siculiana nell’impianto della famiglia Catanzaro. Questo impianto è stato chiuso proprio perchè giovedì scorso è scaduta l’ordinanza che permetteva un uso in deroga degli impianti di Tmb (quelli destinati alla biostabilizzazione).

E nell’attesa che vengano dettate nuove regole per questi impianti, ieri sera la Regione ha fissato un nuovo calendario e nuove destinazioni di smaltimento dei rifiuti di questi 66 Comuni. C’è da trovare sistemazione a circa 450 tonnellate al giorno di rifiuti prodotti in quelle tre province.

L’assessorato ai Rifiuti assicura che per ora i due impianti principali, quelli di Palermo e Lentini, non subiranno limitazioni ma la certezza che il sistema regga è tutta da verificare. Il problema principale è che da oggi la Regione non potrà più accorciare i tempi in cui i rifiuti devono «riposare» negli impianti di Tmb per stabilizzare i propri valori inquinanti prima di finire in discarica. Questi tempi, ridotti in fase emergenziale a due settimane, ora tornano alle tre settimane o anche di più che sono previste dalle norme generali. E questo rallenterà tutta la fase di smaltimento dei rifiuti, che potrebbero dover attendere parecchio prima di poter entrare nelle discariche.

La situazione è di allarme. Il neo ministro Sergio Costa (ex generale dei carabinieri indicato dai grillini) detterà nuove procedure per gestire in via ordinaria gli impianti principali. E non saranno procedure semplici. Per di più già qualche giorno fa il direttore generale del ministero, Mariano Grillo, ha scritto all’assessorato segnalando che degli obblighi di cui la Regione si era fatta carico ogni volta che è stata prorogata la vecchia ordinanza, molti sono rimasti non rispettati.

Filippo Cardinale


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