MERITA DAVVERO QUESTO IL POETA DEL MARE E DEI PESCATORI?
Poeta del mare, poeta dei pescatori, innamorato senza limiti della sua Sciacca. Il 21 febbraio del 2010 venne inaugurata la statua dedicata al Poeta Vincenzo Licata e realizzata (da tempo) dal maestro Filippo Prestia. Quale zona migliore dove collocare la statua a perenne ricordo? Lì, dove c’è il mare, la vita dei pescatori, i pescherecci (li vacchi), sul molo di levante a ridosso della Rocca Regina.
Il poeta Vincenzo Licata morì il 21 gennaio del 1996, all’età di 90 anni. Sono passati 22 anni dalla sua morte, 8 dall’inaugurazione della statua (realizzata dal maestro Filippo Prestia, morto all’inizio del 2012), 112 anni dalla sua nascita.
Il poeta saccense è considerato tra i migliori poeti dialettali degli ultimi decenni. Le sue poesie ma anche le sue opere teatrali sono conosciute e amate dalla gente per la freschezza, la spontaneità, l’ironia che, tante volte, sfocia in amaro sarcasmo, la limpidezza di un animo che ha amato Sciacca, il suo mare e in particolar modo il quartiere della marina.
Con la marineria, Vincenzo Licata aveva un cordone ombelicale speciale. Vincenzo Licata è stato oggetto, e continua ad esserlo, di numerosi apprendimenti da parte di studiosi di letteratura, di cultori delle tradizioni dialettali e da amanti di ogni genere di critica poetica.
Dunque, 8 anni fa fu inaugurata la statua, collocata in prossimità del suo mare, dei suoi pescatori. C’è sempre un mah! E’ possibile che un uomo come il poeta possa essere mortificato dall’incuria di gente che non nutre rispetto, memoria, senso del decoro? E’ possibile abbandonare cime e reti proprio ai piedi della statua di Licata?
Ma è mai possibile che deve essere sempre un giornalista a registrare anomalie che altri, invece, che hanno autorità istituzionali o di ufficio non vedono? Eppure, bisogna avere gli occhi completamente bendati per non vedere il degrado che perpetua in prossimità del luogo dedicato al poeta. Quel luogo dovrebbe essere “sacro” per la memoria di Sciacca.
Sulla targa alla base della statua sono incise sue parole: Finu a quannu lu suli a lu matinu affaccia a Sciacca e illumina stu mari, nun ti perdiri d’aria, un ti scantari, una spiranza ti sarà vicinu!
Caro poeta, è difficile un scantarisi a Sciacca, nonostante il sole la illumini ogni mattina. E’ difficile non perdere la speranza nel vedere una città nella quale l’anima, l’identità, la memoria, sono offuscate costantemente da nubi di inciviltà, di menefreghismo, di disprezzo del bene comune. Vedendo lo scempio davanti alla tua statua, al tuo ricordo, alla tua memoria, mi perdu d’aria.
Filippo Cardinale
(Le foto del Corrieredisciacca.it sono state scattate ieri)