BAGNINI, SEMPRE MENO SOLDI. UN SERVIZIO FONDAMENTALE MA TRASCURATO
Un’altra stagione estiva con l’intero costo del servizio di vigilanza e salvataggio nelle spiagge libere sul groppone per i Comuni costieri della provincia di Agrigento. Per il settimo anno consecutivo la Regione Sicilia non trasferisce risorse ed i Comuni si stanno organizzando senza potere contare sulla compartecipazione alle spese dell’assessorato regionale agli enti locali. E le prospettive non sono incoraggianti visto che nell’ultima Finanziaria sono stati tagliati gli articoli che, seppure sulla carta, prevedevano un impegno economico della Regione.
Tutto questo pur in presenza di una legge regionale del 1998 che autorizzava l’assessore regionale agli enti locali ad erogare un contributo annuo pari al 50 per cento degli oneri retributivi relativi al personale addetto alla vigilanza e al salvataggio. Fino al 2011 era così, ma dopo quella ultima erogazione c’è stato il silenzio. Anzi, in verità la Regione risponde ai Comuni che nel mese di gennaio presentano la loro istanza, ma dice a chiare lettere che non è previsto nessuno stanziamento.
Nell’ultima legge Finanziaria, come detto, è stato addirittura abrogato l’articolo che prevede la compartecipazione alle spese. C’era un emendamento che ne prevede il recupero, ma sarà necessario tentare con un disegno di legge collegato alla manovra. In passato interveniva anche l’ex Provincia Regionale con un contributo annuo pari alla metà del restante 50 per cento a favore dei Comuni costieri. Ma anche di queste risorse da anni non ci sono notizie, alla luce delle condizioni finanziarie piuttosto complesso che oggi vivono tutti i Liberi Consorzi.
Il servizio di vigilanza e salvataggio per le spiagge libere deve essere previsto, per legge, nel corso della stagione balneare che va dal 1 maggio al 30 settembre di ogni anno. Tutti i Comuni riescono comunque a garantire la presenza dei bagnini, anche se spesso con le somme a disposizione si prevedono torrette e bagnini per due mesi e mezzo, al massimo tre mesi. Ed a volte, non si riesce ad andare oltre il mese di agosto. E meno male che alcuni Comuni, vedi Sciacca, le risorse per tale servizio le prelevano dai proventi dell’imposta di soggiorno.
Vista la rilevanza del servizio, che è finalizzato a garantire la sicurezza dei bagnanti, i Comuni stanno sforzandosi di trovare e impegnare propri fondi anche per la stagione balneare 2018, sperando di non ridurre al minimo i giorni di effettuazione del servizio o addirittura a non attivarlo per insufficienza di risorse. I più impegnati ad evitare disservizi sono Menfi, Sciacca e Ribera nella fascia occidentale, Agrigento, Palma e Licata in quella orientale. A soccorrere i Comuni costieri negli ultimi due anni è intervenuta una norma che consente l’utilizzo di associazioni di volontariato e di ridurre di conseguenza i costi. Un aiuto lo forniscono anche gli stabilimenti balneari, che con i propri bagnini offrono anch’essi un sostegno all’attività di vigilanza.
Giuseppe Recca