SINDACATO PREOCCUPATO PER I 500 DIPENDENTI DI GIRGENTI ACQUE

Il sindacato è preoccupato per il clima durissimo tra Comuni, Ati e Girgenti Acque. Preoccupazioni espresse  dalla Fim Cisl, tramite il suo segretario provinciale Eduardo Sessa. Adesso emerge la delicata vicenda dei lavoratori. La Girgenti Acque è una realtà, non solo in provincia di Agrigento, ma in Sicilia, ad avere un numero di dipendenti assai corposo. Sono circa 500.

“Dopo ampia ed approfondita riflessione sull’opportunità di intervenire su una questione che in un certo senso non compete questa Federazione , e nello specifico la gestione del servizio idrico integrato, ha deciso di intervenire su un’ aspetto di tutta questa vicenda che ad oggi pare non rientrare assolutamente in alcun ragionamento fin’ora affrontato”, dice Eduardo Sessa. Si riferisce alla “garanzia che i lavoratori dell’ intero settore, diretti ed indiretti trovino  adeguata collocazione, qualsiasi decisione venga adottata”.

La Fim Cisl “non prende posizione su una questione così delicata, che implica diversi temi che è necessario affrontare nell’interesse dei cittadini, ma vogliamo dire da subito di prestare la massima attenzione sul futuro di tutta la forza lavoro che gravita attorno alla gestione idrica. In questi giorni, abbiamo sentito decine di lavoratori della Hydotecne, società controllata della Girgenti Acque, preoccupati per il loro futuro lavorativo. Questi lavoratori si muovono fianco a fianco con i loro colleghi dì Girgenti Acque, spesso svolgono le stesse attività, e sono complementari gli uni degli altri, ma temono oggi che ogni e qualsiasi movimento possa essere deciso ai vari tavoli gestionali, possa significare per loro una perdita del posto di lavoro . Con le loro famiglie stanno vivendo questi giorni con grande apprensione e preoccupazione”.

Per la Fim-Cisl, è necessario che “contestualmente all’eventuale risoluzione del contratto, o acquisizione delle azioni private, sia doveroso da parte le amministrazioni comunali e dell’ATI programmare una giusta redistribuzione del personale, per evitare altre macellerie sociali”.

Il sindacato fa appello al Prefetto di Agrigento “perché rivolga un’ invito a tutti quanti gli attori in causa, di programmare con attenzione gli sviluppi della vicenda per evitare contrapposizioni tra gli interessi dei cittadini e quelli dei lavoratori che potrebbero essere utilizzati come elemento di pressione nei confronti della collettività.  Vogliamo evitare che si ripetano nuove vertenze del tipo Italcementi di Porto Empedocle o del Gruppo Moncada”.

La Fim-Cisl invita sindaci e Ati “ad un confronto con le organizzazione sindacali di categoria per definire le garanzie occupazionali”.