“RIPORTIAMO IL MELQART A SCIACCA”

In una lettera aperta al sindaco ed alle forze politiche cittadini, l’associazione “Amici del Museo del Mare”, che nei giorni scorsi al complesso Fazello ha promosso un convegno di carattere storico ed archeologico che ha destato notevole interesse, rilancia la necessità di rimettere in moto le procedure per richiedere alla Regione la restituzione della statuetta fenicia Melqart. 

Nel sottolineare con una nota polemica che alla mostra convegno di sabato si sono registrate “opinabili manifestazioni di “autoreferenzialità “ a cui non è rimasta estranea la politica locale”, il rappresentante dell’associazione, Gaspare Falautano, sottolinea come attualmente in città ci sono le condizioni per disporre di una struttura, il complesso Fazello, adeguato ad ospitare i preziosi reperti della storia e della cultura cittadina. 

Pubblichiamo il testo integrale della nota che Falautano ha portato all’attenzione dell’amministrazione cittadine e delle forze politiche presenti in consiglio comunale. 

Giuseppe Recca 

 

Al Sig. SINDACO, anche nelle veste di Assessore alla Cultura;

Ai Sigg. ASSESSORI componenti la G. M.;

Al Sig. PRESIDENTE del CONSIGLIIO COMUNALE;

Ai CAPIGRUPPO CONSILIARI;

LETTERA APERTA alle ISTITUZIONI

Archiviati gli echi, in grandissima parte positivi, e spente le luci della ribalta rispetto all’ evento svoltosi, presso il plesso monumentale “ Fazello “, Sabato 7 aprile u. s. di notevole spessore culturale, nel quale – ( fenomeno a Sciacca non raro e spesso ripetitivo ) – si sono registrate opinabili manifestazioni di “autoreferenzialità “ a cui, ( per quello che si è visto,) non è rimasta estranea la Politica locale e non solo quella, al Presidente della Associazione culturale “ Vincenzo Tusa “, che ha curato, in sinergia con gli apparati amministrativi e politici del Comune di Sciacca, la sua materiale organizzazione sin dalla fase della progettazione, non resta che tirare le somme di questa esaltante esperienza che l’Associazione tutta ha vissuto ed offrire, “ ad adiuvandum “ una piattaforma di discussione e di auspicabile dibattito, formulando un ventaglio di suggerimenti operativi, da concretarsi a breve ed a medio termine, per contribuire a realizzare, nella nostra modestia, i presupposti per un tentativo di rilancio della Città, attraverso la CULTURA, intesa come veicolo promozionale del TURISMO, in senso lato.

ECCOLA :

  • Considerato che qualunque Struttura museale per continuare ad esistere e/o ad incrementarsi e conseguentemente a generare, a sua volta, “ CULTURA“, capace quindi di originare e/o di potenziare “ flussi turistici “, ad essa intimamente collegati, ( come la consolidata esperienza delle Città d’arte insegna,) HA BISOGNO di SPAZI ADEGUATI in cui mettere a fruizione i reperti, spesso di notevoli dimensioni, e comunque bisognevoli di particolarissime misure di tutela e di conservazione, postulando ed esigendo, sovente, la occupazione di ampie porzioni di aree operative e/o espositive.

Nello specifico significa che l’Ente/Comune, proprietario dello intero Plesso “ Fazello dovrebbe affrontare, nello immediato, e possibilmente risolvere, la delicata vicenda dei rapporti con l’Istituto scolastico “ Giovanni XXIII ° , mediante la stesura ( procedura che si suggerisce ) di uno specifico REGOLAMENTO di FRUIZIONE che disciplini, tra l’altro, anche l’uso della “ Sala ABBRUZZO “ e nel quale andrebbe previsto, come è ovvio, una corsia preferenziale per le esigenze didattiche della Scuola, ma nel contesto del quale, chiaramente, dovrebbe risultare anche che la gestione complessiva della Sala “de qua”, resta demandata al Comune di Sciacca.

In questa ottica e con la medesima strategia operativa andrebbe definita la “ vexata quaestio “ inerente la mancata disponibilità da parte della Direzione Didattica della Scuola, a restituire, come è naturale che sia, i 2 locali antistanti l’ingresso della Chiesa dello Spasimo ( in atto occupati dallo Istituto Scolastico ed adibiti a Magazzino ) in cui si accede, dallo esterno, attraverso uno dei 2 grandi portoni ( perennemente chiuso ) che insistono nella sommità della doppia scala di Via Vittorio Emanuele che, poi, costituisce, visto dallo interno, il naturale transito per usufruire dello eventuale utilizzo e fruizione degli ampi spazi, suscettibili di diventare anche espositivi, della Chiesa dello Spasimo.

Ma qui si innesta un’altra, ulteriore considerazione che inerisce la necessità che, in tempi brevi, venga definita la vicenda della Concessione, già avviata attraverso la Direzione Nazionale del FEC, proprietario del Bene, che – per quello che risulterebbe ,- attivato dalla Amministrazione Comunale, ha già dato un riscontro positivo alla istanza, con previsione di un Comodato di uso per 19 anni, rinnovabile, oberando la Prefettura, territorialmente competente, ( quella di Agrigento ) alle incombenze di rito, ivi compresa la restituzione dei reperti di pertinenza, ivi custoditi, da ricollocare in sito, a Sciacca.

  • Direttamente collegabile, in un disegno prospettico di sviluppo turistico, va caldeggiata la ripresa e la reitera della iniziativa per il conferimento alla Città del “ MELQART/RESHEF “, riproponendo, con toni ed atteggiamenti adeguati alla bisogna, quella che, all’inizio del secolo corrente, la locale Sezione della Lega Navale Italiana con lo azzeccato slogan “ SCIACCA LO RIVUOLE “ diffuse capillarmente in tutti gli ambienti cittadini e non, inondando con migliaia di cartoline, adesivi e manifesti, riproducenti la Statuetta bronzea, l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali, direttamente a Palermo. Allora, purtroppo, le ISTITUZIONI, ai diversi livelli, si sono appalesate insensibili e non hanno riscontrato positivamente la richiesta, palesemente legittima. Ed in ciò anche con il conforto di una normativa, richiamata artatamente “ ad hoc “ ( L. 1 giugno 1939 n° 1089,) che consentiva agli Organismi Regionali ( Sovrintendenze ed Assessorati Regionali ) di potersi esprimere negativamente, non accogliendo la istanza.

Oggi, però, la situazione sul piano giuridico ed amministrativo, è notevolmente diversa, e tale, comunque, di ribaltare, “in substantia “, i termini stessi della vicenda e del contenzioso. E ciò in forza del combinato disposto della “ ratio “ del dispositivo della sentenza del Tribunale di Sciacca del 1963, ( che ancora oggi costituisce consolidata “ giurisprudenza “, ) e delle vincolanti statuizioni introdotte dal d. lgs n° 42 del 22 gennaio 2004 ( Codice URBANI ) nel quale, inoppugnabilmente, viene sancito un principio, in base al quale, un reperto va custodito all’interno del territorio in cui è stato rinvenuto, esistendo, ovviamente in sito, le condizioni che ne assicurino una adeguata tutela e conservazione: presupposti tutti esistenti presso il Museo del Mare di Sciacca che è dotato, poi, ad abuntantiam “, della speciale teca con tasso igrometrico e temperatura controllati.

Procedura questa, peraltro, che è servita a Reggio Calabria per custodire i “ Bronzi di Riace “ e, recentemente, a Mazara per “ il Satiro danzante “.

Se poi si considera che, ad occupare la prestigiosa poltrona di Assessore ai BB.CC.AA. e della Identità Siciliana è stato chiamato, dal Governo Musumeci , il professore SEBASTIANO TUSA, uno Accreditato Studioso, archeologo di fama internazionale, conosciuto in tutto il Mondo, antico e VERO AMICO di Sciacca, la richiesta che, ripeto, ha in sé tutti i crismi della legittimità, potrebbe avere uno epilogo favorevole, con un proficuo ritorno, in termini “ turistici “, di cui Mazara del Vallo ne ha sperimentato i benefici effetti e gli esaltanti risultati pratici, proprio con la esposizione del “ Satiro “.

  • In questa cornice si innerva ed assume una maggiore rilevanza, la acclarata esigenza, da ritenersi improcrastinabile, del reperimento di ulteriori spazi espositivi che impedisce, in atto, il trasferimento dalla ex Colonia Marina di contrada “ Muciare “, ( originaria sede del “ Museo del Mare e delle Attività Marinare “) al Plesso “ Fazello “, di tutta una vasta gamma di reperti, cimeli e testimonianze relativi alla vecchia Marina di Sciacca), non consentendo così la loro musealizzazione e la conseguente descrizione documentale, così come è rimasta NON documentata la “ Epopea del CORALLO “ di Sciacca e del suo antico sistema di raccolta ( oggi improponibile per le inaccettabili conseguenze distruttive che esso comporta ) rappresentato dallo “ Ingegno e dalla Croce di Sant’Andrea “ con le annesse “ Curatelle “, di cui il Museo, nella versione “ Muciare “, ne dichiarara, occorrendo, la immediata disponibilità alla perenne esposizione, avvalendosi in questa ipotesi, del determinante concorso del locale“ Consorzio del Corallo “, a condizione che vengano reperiti gli spazi, logisticamente indispensabili, individuabili, – a parere della Associazione – proprio nei 2 vani, oggi occupati, “ sine titulo “, dalla Scuola e che potrebbero anche tornare utili, inoltre, per altre compatibili iniziative culturali.

  • Resterebbe, in ultimo, di occuparsi della intitolazione del “ Museo “, che, va ricordato, ha in atto i connotati di un Museo Civico “. La intitolazione, opiniamo, è una pratica amministrativa facilmente risolvibile in ambito cittadino e su cui la A. C. è legittimata a pronunciarsi, tenendo conto – se lo si ritiene opportuno – di avvalersi della traccia rappresentata dalle precedenti intitolazioni di prestigiosi Musei Siciliani ed Italiani ( a titolo di Esempio il GRIFFO ad Agrigento, il BERNABO’ BEA a Lipari, il PAOLO ORSI a Siracusa, il SALINAS a Palermo, il PIGORINI a Roma eccetera ). In questa possibile ipotesi la scelta non dovrebbe essere difficile ma, anzi, quasi scontata e fisiologica.

Fin qui, schematicamente, il succinto e doveroso resoconto di quanto, ( all’angolo visuale del Presidente della Associazione che ha il privilegio e l’onore di rappresentarla ) e nel cui Organico dei Soci, ( alcuni dei Quali del calibro “del Prof. Tusa e del Dott. Andaloro, anche “ fondatori “, per non citare i numerosi Altri di notevole importanza sul piano culturale ) e che da tempo insegue , operativamente ( in uno con la intera Associazione ed all’originario “ Team “di valenti Volontari, tutti confluiti nella Associazione medesima,) il proprio inalienabile ed unico obbiettivo che, parafrasando Martin Luther King con il suo celeberrimo “ I HAVE A DREAM “, con il quale infiammò, 50 anni fa, una intera generazione di Americani: Il sogno, cioè, forse chimerico, di contribuire, nel nostro piccolo, ad alimentare ( perché non si spenga del tutto ) la piccola ed esile fiammella del riscatto e dell’orgoglio che, oggi, almeno a Sciacca, sembrano irrimediabilmente sopiti.

Peraltro, una filosofia di vita, alla quale da sempre resto saldamente ancorato, incitandoci a NON demordere, così recita: PRIMUM FACERE DEINDE PHILOSOPHARI”.

Cordialmente, Gaspare Falautano

Sciacca, 11 aprile 2018


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