GIORNALISTA “SCOMODO” STAVA PER ESSERE UCCISO DALLA MAFIA. MUSUMECI: “LA LIBERTA’ DI STAMPA E’ UN BENE DI TUTTI I CITTADINI

Il giornalista sotto scorta Paolo Borrometi durante la conferenza stampa sulla presentazione di una lettera-appello rivolta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sulla "Libertà di espressione e diritto di cronaca" presso la Sede della Fnsi, Roma, 17 febbraio 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

Il clan catanese dei Cappello, su richiesta del boss siracusano Salvatore Giuliano, “stava per organizzare un’eclatante azione omicidiaria” per “eliminare lo scomodo giornalista” Paolo Borrometi, direttore del sito la spia.it, per le sue inchieste sul territorio. Lo scrive il Gip Giuliana Sammartino nell’ordinanza che ha portato all’arresto di quattro persone per un attentato dinamitardo all’auto dell’avvocato Adriana Quattropani che in qualità di curatore fallimentare stava ponendo i sigilli a una stazione di servizio a Pachino. Borrometi già in passato è stato bersaglio di diverse minacce e intimidazioni mafiose, tanto da essere sottoposto a un servizio di scorta.

“La libertà di stampa va difesa da tutti i cittadini che hanno il diritto di avere un’informazione libera e democratica. Ecco perché la notizia che la mafia stava preparando un attentato contro il giornalista Paolo Borrometi deve servire a scuotere le coscienze, sensibilizzando, ancora di più, l’opinione pubblica. A Borrometi, e a tutti i cronisti con la schiena dritta come lui, va la solidarietà e la vicinanza del governo regionale, con l’invito a proseguire nel loro fondamentale lavoro perché la comunità dei siciliani perbene è con loro”. Lo dichiara, in una nota, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

Al collega Borrometi va la vicinanza e la solidarietà del Corrieredisciacca.it


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