RIFIUTI, BUTTIAMO IN DISCARICA 2.3 MLN DI EURO ALL’ANNO
A causa della bassa percentuale di differenziata che nella nostra città non è mai andata oltre il 21%, tranne nelle due emergenze del 2016 e 2017 che toccò picchi del 32-33%, nel 2017 abbiamo buttato nella discarica di Sciacca, Saraceno-Salinella, 2.317.408 euro (Iva 10% compresa). La nostra profonda inerzia e riluttanza a praticare la raccolta differenziata dei rifiuti offre tale montagna di reddito alla discarica gestita dalla Sogeir Gestione Impianti Smaltimento Spa poiché (nel 2017) abbiamo conferito rifiuti per 15.003 tonnellate. Una cifra un po’ minore rispetto al periodo 2009-2014 (dati Piano Aro) in cui si conferivano in discarica 18.500 tonnellate di rifiuti. Questa lieve differenza tra il 2017 e gli anni precedenti porta però già a ridurre i costi di ben 542.035 euro (tonnellate 3.497 x € 155).
In buona sostanza, facendo riferimento all’ultimo dato completo e cioè 2017, il 73,25% del totale dei rifiuti prodotti a Sciacca finisce nella discarica di contrada Saraceno-Salinella.
Ciò che rode maggiormente sono due fattori. Il primo è il totale fallimento della raccolta differenziata che era in mano alla Sogeir Ato Ag 1 guidata dal saccense Vincenzo Marinello, presidente che ventava virtù che a Sciacca si sono rivelate il loro contrario. Il secondo che i costi di conferimento in discarica sono lievitati da 83 euro a 155 euro a tonnellata (oltre Iva 10%). Il vertiginoso aumento nel giro di pochi mesi.
Basta pensare che mentre i costi di conferimento in discarica nel 2016 erano di 83 auro a tonnellata, dal primo gennaio 2017 e fino al 30 giugno 2017, il costo è stato di 125 euro a tonnellata (oltre Iva 10%), mentre è salito a 155 euro a tonnellata (oltre Iva 10%) dal primo luglio 2017. Ancora oggi paghiamo 155 euro per conferire una tonnellata di rifiuti.
Pensate che da gennaio a giugno abbiamo conferito 7.294 tonnellate che sono costate a noi contribuenti
920.923 euro (Iva inclusa 10%), mentre da luglio a dicembre abbiamo conferito altre 7.709 tonnellate pari a 1.314.423 euro (Iva inclusa 10%). Nel periodo estivo abbiamo subito sia il secondo aumento di costo di conferimento che l’inevitabile aumento della spazzatura per la presenza di turisti.
Nel 2017, abbiamo speso 2.317.408 euro (inclusa Iva 10%) per conferire 15.003 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Lo stesso tonnellaggio, nel 2016, sarebbe costato 1.369.498 euro (inclusa Iva 10%). L’emergenza del 2016 è costata ai contribuenti una cifra di 771.000 euro spalmate nelle annualità 2017-2018-2019. Emergenze che hanno costretto i rifiuti a viaggiare da una parte all’altra della Sicilia.
Una follia pura, da cappio, il cui effetto viene spalmato sui contribuenti saccensi.
Prima di procedere ad analizzare ciò che ancora oggi caratterizza la raccolta dei rifiuti a Sciacca, dobbiamo necessariamente soffermarci sul Consiglio comunale che si svolge stasera. In esso sarà approvato il Piano Finanziario che determinerà il costo e la relativa tariffa TARI per il 2018. Un piano che prevede una spesa annuale di € 6.045.828 euro. Per fare un esempio della tariffa TARI 2014, il costo annuale era di 5.673.616; praticamente un aumento di 732.212 euro.
Volendo fare un calcolo semplice, ma premettendo che la divisione va fatta sul numero dei contribuenti TARI, dividiamo i costi per il numero degli abitanti. Si ha meglio l’idea, anche se le cifre sono ridotte, di cosa comporta il non fare la differenziata.
Nel 2014 la spesa è stata di 5.673.616 che divisa per 41.110 saccensi fa 138 euro a testa. Nel 2018 a testa la cifra si innalza a 155.82 euro. E’, ripetiamo, solo un banale esempio per dare l’idea di ciò che capita. La logica avrebbe voluto che il costo di conferimento in discarica scendesse di molto anziché lievitare di molto. Questo è dovuto all’elevata percentuale di rifiuti indifferenziati che si conferiscono in discarica e che si pagano a caro prezzo, ma anche ad una serie di emergenze, il cui colpevole è la Regione, che hanno costretto i rifiuti di Sciacca a viaggiare per conferire in discariche distanti centinaia di chilometri a causa delle chiusure di diversi siti di conferimento perché saturi. Una Regione che anziché risolvere il problema grave della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti ha vissuto elemosinando deroghe e proroghe al Governo centrale.
Detto ciò, stasera vi è il Consiglio comunale. E’ auspicabile, come scritto infinite volte su questo giornale, che i due maggiori schieramenti politici, centrosinistra (ora alla guida della città) e centrodestra (ora all’opposizione ma fino al maggio dello scorso anno alla guida del governo cittadino), rendessero finalmente palese quel senso di responsabilità tante volte sbandierato, ma mai praticato. Senso di responsabilità associato alla auspicata “pacificazione politica”. E nessuno dei due attenda il via dall’altro. Si abbia il coraggio di iniziare, è già un segnale importante alla città.
Tra i due schieramenti c’è di mezzo il Piano Aro. Figlio dell’amministrazione precedente, ora spetta all’amministrazione attuale farlo crescere e renderlo maturo.
Il Piano Aro gioca tutto il suo effetto sull’abbassamento dei rifiuti da conferire in discarica Saraceno-Salinella e quindi ad abbassare al minimo i costi di conferimento. Già questo significa dare il via libera ad una diminuzione della TARI. Il Piano Aro include anche diversi servizi che prima sosteneva il Comune oltre a quei famosi 5.673.616 euro per la raccolta e smaltimento dei rifiuti. Il che significa una riduzione di costi di circa 500.000 euro l’anno. Sono quei servizi inclusi nel contratto di appalto vinto dall’ATI Bono-Sea. Servizi quali scerbatura, pulizia ordinaria e straordinaria delle spiagge, pulizia dopo grandi eventi, pulizia caditoie e cunette, etc.
Il Piano Aro è partito con grande ritardo, basta pensare che cinque mesi sono trascorsi per via di un ricorso al Tar.
Stasera, le due parti politiche dovrebbero vestirsi di quel forte senso di responsabilità, evitare le noiose e datate sciabolate con le quali una parte attacca l’altra e viceversa, procurandosi, alla fine, ferite gravi di credibilità che ambedue riportano inevitabilmente.
Ormai si è pronti anche per far partire il porta a porta. Ci aspettiamo dal Consiglio comunale non uno scontro sul prima, ma un confronto costruttivo sul dopo, in cui lo spartiacque è proprio la sinergia di tutta la classe politica e dirigente per far radicare sul territorio la cultura della differenziata. C’è un obiettivo che è interesse di tutti: alzare la differenziata a percentuali prossime all’80%. Questo è l’obiettivo che consente ai cittadini di risparmiare sull’odiata bolletta dei rifiuti, alla città di presentarsi pulita, di accrescere la cultura della differenziata per renderci sullo stesso piano delle regioni d’Italia.
Attenderemo l’intervento iniziale dell’assessore all’Ecologia. Lo spartiacque parte da qui, continuare sul solco del lancio dei fanghi, o proiettarsi sulle parallele convergenti in funzione con lo scopo di far decollare in armonia ed efficacemente il Piano Aro? A cominciare nel far fretta a nominare il responsabile del controllo del contratto di appalto.
Che il dibattito di stasera sia costruttivo, foriero di sinergie per raggiungere l’obiettivo collettivo. Se, invece, si trasforma in un’occasione di duello, allora le due maggiori parti politiche non hanno compreso bene la nuova realtà.
Filippo Cardinale
Ecco il quadro completo della raccolta e smaltimento dei rifiuti relativo al 2017