RINO MARINELLO, LA FORZA DI UN SENATORE PER… CASO
Il lavoro al Pronto Soccorso dell’ospedale, le ferie trascorse in Africa, le domeniche a raccogliere rifiuti in giro per la città. La vita di Rino Marinello, medico ambientalista impegnato nel sociale e nel volontariato, viene stravolta alla vigilia della pensione.
L’elezione al Senato della Repubblica, quando già pregustava la possibilità di dedicare maggiore tempo alle suo passioni ed al suo impegno civico, gli impone adesso di cambiare radicalmente i suoi programmi.
Una candidatura nata quasi per caso quella di Marinello, come era quasi casuale la sua vicinanza al Movimento Cinque Stelle. Ma oggi deve prendere coscienza del fatto che dovrà spostare a Roma dove si decidono le sorti di un Paese oggi in difficoltà, quelle che sono le sue convinzioni quotidiane e gli obiettivi di sempre, ovvero di contribuire alla crescita della coscienza civile dei cittadini e per dare un mondo migliore ai giovani, alle nuove generazioni.
Dalle interviste rilasciate questa mattina, sembra quasi che Marinello non si renda conto di ciò che è accaduto. O, forse, vuole rendere normale ciò che per altri comuni mortali è un evento di carattere eccezionale. Parlamentare ? Si, ma sempre uomo, con le sue debolezze e la sua forza. Con in più la grande opportunità di un prezioso ruolo di servizio in favore della propria comunità, in favore di tante gente che ha bisogno e che fino ad oggi ha trovato interlocutori troppo distanti fisicamente e mentalmente.
E’ vero che il Movimento Cinque Stelle gli ha lanciato la volata, che forse altri al suo posto avrebbero avuto la stessa opportunità, ma è anche vero che siamo di fronte ad una persona che non è un politico di professione e che siamo sicuri userà davvero il suo nuovo incarico come spirito di servizio. Il suo riferimento, Matteo Mangiacavallo, gli indicherà la strada e come fare per servire la sua terra restando un normale cittadino. Se poi una volta arrivato nelle stanze romane dei bottoni, non gli dovessero dare questa possibilità, siamo sicuri che sarebbe pronto pure a lasciare per tornare a dedicarsi a quelle cose concrete e vere di cui deve andare fiero.
Giuseppe Recca