RANDAGISMO, ULTIMA STIMA DEL MINISTERO RISALE AL 2012

La soluzione del problema randagismo deve passare attraverso l’affermazione della convinzione che solo dando priorità ai piani di controllo delle nascite, destinando cioè molte delle risorse stanziate per la lotta al randagismo alle sterilizzazioni, si può limitare in Sicilia la presenza nel territorio di cani senza padrone.

La normativa vigente prevede infatti il controllo della popolazione canina mediante la limitazione delle nascite, ed è forse questo il problema più grosso che la Regione Sicilia deve affrontare e risolvere dopo tutta una serie di episodi che hanno portato in questi giorni la Sicilia a diventare simbolo della inefficienza delle istituzioni. Tutto questo nonostante i dati ufficiali indichino che il trasferimento di randagi nei canili avviene con regolarità.

Il Ministero della Salute riferisce che nel 2016 in Sicilia nei canili sanitari sono arrivati 5745 cani, contro i 7277 della Toscana ed i 4972 del Veneto, dove il randagismo è quasi a livello zero. Nessun riscontro ufficiale, invece, sulla presenza nelle strade siciliane di randagi: anche secondo le associazioni (i numeri diffusi nei giorni scorsi appaiono del tutto casuali) non si possono avanzare ipotesi sull’entità del fenomeno.

Il Ministero della Salute, secondo una stima che risale al 2012, indicava su tutto il territorio nazionale un numero di cani randagi compreso tra 500 e 700 mila. Non risultano dati più aggiornati.

Giuseppe Recca