PROTESTA CASE POPOLARI, LE FAMIGLIE PRONTE AD OCCUPARE LO IACP
Dopo aver bruciato, giovedì scorso, le schede elettorali, adesso le 60 famiglie fatte evacuare cinque anni fa dagli alloggi popolari di Largo Martiri di via Fani sono pronte ad occupare la sede dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Agrigento.
Cinque anni fa lo sgombero forzato a causa della pericolosità degli edifici popolari realizzate negli anni ’80 da una ditta agrigentina con cemento depotenziato. La Regione, da tempo, ha stanziato 10 milioni di euro per la demolizione e la ricostruzione.
“La rabbia dei nuclei familiari è esplosa ieri e continuerà nei prossimi giorni perché la vicenda tragicomica vede un’impresa catanese che ha vinto la gara di appalto da oltre un mese e che non può sottoscrivere il contratto con l’Iacp di Agrigento per remore burocratiche che portano alla mancanza di qualche relazione e ad alcune prescrizioni da realizzare nel confronto tra la ditta e i verificatori del progetto”, dice Angelo Renda da sempre accanto alla lotta degli inquilini fatti sloggiare.
Il problema è anche di natura economica perché tutta l’operazione delle case prese in locazione per sei anni dalle 60 famiglie sloggiate costa al comune di Ribera la somma di 180 mila euro l’anno a fronte di un contributo regionale che deve ancora arrivare. Dall’incontro comunale di ieri mattina è trapelata la decisione che tutte la famiglie interessate hanno intenzione di recarsi ad Agrigento per occupare ad oltranza la sede dell’Iacp per far rimuovere gli intoppi burocratici o tecnici che bloccano una vicenda paradossale.