STRAGE RANDAGI, LE INDAGINI SI RESTRINGONO SU DUE-TRE SOSPETTATI

Il lavoro serrato e costante della Procura  e dei carabinieri di Sciacca non ha tregua, ma diversi elementi fanno supporre che il cerchio delle indagini si è abbastanza ristretto. Un cerchio che potrebbe circoscrivere poche persone, due, tre al massimo. Il riserbo degli investigatori è assoluto, sia da parte della magistratura inquirente, che dai militari dell’Arma. Il pubblico ministero che cooordina le indagini è Michele Marrone, mentre il gruppo di carabinieri che batte la pista delle indagini è guidato dal comandante Marco Ballan.

I maggiori sospetti, dunque, rimarrebbero su due, tre persone. Magari individui che avrebbero avuti seri problemi a frequentare la zona delle Muciare resa particolarmente pericolosa dalla massiccia presenza di randagi pronti ad aggredire persone transitanti nella zona per i verse esigenze. Il,riserbo degli inquirenti non permette, ancora, di comprendere se già sono state iscritti indagati sull’apposito registro.

una cosa è certa, gli inquirenti sono determinati a chiudere il caso facendo luce su quanto è accaduto tra il 14 e il 15 febbraio quando furono avvelenati 27 randagi, e un’altra decina riuscì a salvarsi.

In quella zona periferica della Città, in prossimità del museo del mare e stanzianti all’interno di un’area privata in disuso, c’era una popolazione molto numerosa di randagi, alimentati dallo sforzo volontario di chi ha una forte attenzione per inrandagi.

Intanto scoppia una polemica tra il deputato regionale saccense del Pd, Michele Catanzaro, è il Presidente della Regione, Nello Musumeci, per via di una riunione svoltasi a Palermo per affrontare il tema del randagismo. Musimeci ha incontrato le associazioni animaliste, mentre nessun invito è partito nei confronti dei sindaci, in prima fila a combattere il grave e diffuso fenomeno e senza mezzi finanziari e strumenti adeguati.

Dalla Regione, intanto, dovrebbe essere emanata una circolare per indurre le Asp ad assumere un protocollo comune di comportamento.

Per quanto riguarda il malumore del deputato saccense Michele Catanzaro, in una nota chiosa come ” lascia quanto meno perplessi che, al fine di promuovere misure volte a fronteggiare il fenomeno del randagismo in Sicilia, il presidente della Regione abbia convocato solo le associazioni animaliste e non, anche, i sindaci dei comuni interessati dagli ultimi incresciosi avvenimenti”.

In questa orribile vicenda, l’avvelenamento dei 27 randagi, per colpa di una mano criminale, Sciacca ha subito un gravissimo danno d’immagine. Un messaggio iniziale, poi amplificato a dismisura, a bollato in campo nazionale Sciacca come città che odia gli animali e risolve il tema del rendagismo con soluzioni criminali. A tutto questo, deve aggiungersi una quantità enorme di offese piovute sui saccensi e minacce di morte al sindaco.

Filippo Cardinale

 


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