VALENTI: “LA REGIONE CI DIA IDONEI STRUMENTI PER AFFRONTARE IL RANDAGISMO”. SONO 229 I CANI OSPITATI NELLE STRUTTURE

“La Regione Siciliana dia al Comune di Sciacca gli strumenti necessari per contrastare efficacemente il fenomeno del randagismo”. E’ un passaggio nella lettera che il  sindaco Francesca Valenti ha inviato, in modo più dettagliato del fenomeno del randagismo, al presidente della Regione Siciliana, all’Assessore regionale alla Salute, al Presidente dell’Assemblea Siciliana, al Presidente della VI Commissione dell’Ars, all’Asp di Agrigento. Un’ulteriore e dettagliata richiesta dopo “l’esecrabile avvelenamento di 25 cani in un’area privata di contrada Muciare”.

Francesca Valenti ha chiesto “un intervento immediato per far fronte alla crisi tramite la messa a disposizione di stalli in strutture autorizzate, sia pur non convenzionate con il Comune, e/o tramite l’autorizzazione a utilizzare aree comunali, in collaborazione con le associazioni, per la temporanea accoglienza degli animali nelle more che gli stessi possano essere sterilizzati”.

Giornate fitte di impegni per il sindaco Valenti. Nessuna tregua per far fronte a due scenari di vera guerra: il primo è l’emergenza del fenomeno del randagismo, azione che non può dare i giusti risultati perchè i Comuni sono lasciati senza strumenti finanziari. L’altro scenario è l’assurdo tsunami di offese e denigrazioni alla città di Sciacca, ai saccensi, comprese le ignobili minacce indirizzate al sindaco.

Negli ultimi giorni, il sindaco ha anche incontrato associazioni animaliste e naturaliste, medici dell’Ufficio Veterinario dell’Asp,  consapevole che “è necessario assicurare idonea tutela ai cani randagi e vaganti che si trovano sul territorio” ed “è urgente procedere a una campagna più ampia e veloce di microchippatura e sterilizzazioni”, dopo il primo soccorso veterinario e la vaccinazione degli animali.

Nella nota al governo regionale, il sindaco fa presente che le strutture convenzionate con il Comune di Sciacca “ospitano 229 cani che pare possano essere adottati ma non reimmessi nel territorio”. “I posti disponibili per accogliere gli animali al fine della loro sterilizzazione – spiega – sono solo in numero di 20 e, quindi, assolutamente insufficienti e inadeguati”.  Da qui la richiesta della disponibilità di nuove strutture o di nuove aree.


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