SCOPERTO AD AGRIGENTO L’ANTENATO DEL BIBERON
Esaltante scoperta nell’area del Teatro ellenistico di Akragas: gli archeologi hanno ritrovato un guttus, un poppatoio, ovvero l’antenato dell’attuale biberon. Dall’attuale campagna di scavo, che ha restituito importanti dati per la ricostruzione della pianta dell’edifici, nuovi indizi continuano ad emergere dai saggi stratigrafici che si stanno effettuando nel settore sud ovest della costruzione: oggetti che raccontano la complessa vita di questo straordinario monumento.
“Scavando il riempimento di una delle strutture che dovevano sostenere la cavea – spiega il direttore del Parco archeologico, Giuseppe Parello – è stato rinvenuto un deposito di manufatti riferibili ad un rito propiziatorio. Gli oggetti ritrovati sono vasi di uso quotidiano, utilizzati prevalentemente per bere e per contenere liquidi, compreso il piccolo vaso con beccuccio, un guttus, un vero e proprio poppatoio”.
“In attesa di conoscere la Capitale Italiana della Cultura 2020 – commenta il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto – per gli agrigentini possiamo dire che questo ritrovamento, che si aggiunge alle tante eccezionali scoperte fatte in quest’area, è di buon auspicio. E’ certo che gli scavi condotti finora, dalla scoperta del Teatro cercato da secoli, all’agorà superiore, al tempio romano, stanno aggiungendo ulteriori elementi di grande fascino ad un luogo di storia e cultura come Agrigento”.
I vasi potrebbero essere stati utilizzati per un rito di libagione, la presenza del vaso a beccuccio riconduce al momento della nascita, e quindi all’origine della vita. Interessante è anche la rottura intenzionale del vasi che, come oggi, aveva di certo un significato augurale. “Con questo Segno si chiude la campagna di ricerca, che ci invita a ripartire presto per riportare completamente a nuova vita il Teatro” conclude il direttore Parello.
Il deposito di oggetti è legato ad un intervento edilizio di sostegno della cavea del teatro che dal punto di vista strutturale si presentava particolarmente impegnativo. L’imponente altezza che raggiungeva l’edificio in questo settore ha richiesto diversi e complicati interventi di ristrutturazione, al punto che in alcuni casi è stato necessario “un coinvolgimento della sfera del sacro”.