LISTE PD, PERPLESSITA’ SUL TERRITORIO
La complessa definizione delle liste del Partito Democratico in vista delle elezioni politiche, ha minato per l’ennesima volta la stabilità interna del partito e alimentato strappi che rischiano di pregiudicare la campagna elettorale. Ricordiamo che alla direzione del partito, la minoranza non ha partecipato al voto, dando un segnale inequivocabile sulle scelte fatte.
Riflessi naturalmente anche in Sicilia, dove in molti non hanno gradito le scelte fatte dal segretario Matteo Renzi, vedi la candidatura della figlia di Totò Cardinale o l’esclusione di Beppe Lumia e dell’ex sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini.
Anche a Sciacca alcuni malumori, ma in pochi li esternano. Lo ha fatto l’avvocato Filippo Marciante: “Non sono state accolte le istanze del territorio, non è stato tenuto in considerazione il lavoro che abbiamo svolto nelle realtà locali. Sono molto perplesso per il futuro”. La pensano come lui anche tanti altri dirigenti siciliani, militanti che in occasione delle recenti regionali sono stati in prima linea pur non condividendo determinate alleanze. A Sciacca e nel territorio quanti si sono impegnati allo spasimo per sostenere la candidatura all’Ars di Michele Catanzaro e con lui hanno festeggiato un successo nel contesto di una debacle regionale del partito, sono adesso in silenzio e perplessi per le scelte fatte e per non avere nessuna nuova figura di questa fetta di territorio regionale in lista.
“Perchè non si sono valorizzate le competenze presenti nel partito e chi sui territori non ha gettato la spugna della militanza ?”
Più incisivo e polemico l’ex presidente della commissione nazionale antimafia Giuseppe Lumia, secondo il quale “è stato dato un altro colpo mortale all’idea di partito progressista, plurale, fatto di culture politiche, di classi dirigenti, di progettualità che si incontrano, per restringere il cerchio e vivere questa campagna elettorale con un’idea disperata e del ‘si salvi chi può”.