ERRORI NELLA SPESA, UE TAGLIA FONDI ALLA SICILIA

Il Tribunale dell’Unione europea ha rigettato integralmente il ricorso dell’Italia contro la decisione della Commissione Ue di tagliare di quasi 380 milioni su 1,2 miliardi i fondi strutturali destinati alla Sicilia dopo aver accertato diverse irregolarità per il periodo 2000-2006. I giudici del Lussemburgo hanno osservato come sia innegabile l’esistenza di errori nella spesa, imputabili a insufficienze nei sistemi di gestione e di controllo del Piano operativo regionale (POR) Sicilia, che si sono manifestati nel corso di diversi esercizi finanziari e ai quali non è stato posto del tutto rimedio fino alla fine della programmazione. 

A partire dal 2005 e attraverso diversi audit dei sistemi di gestione e controllo predisposti dalle autorità responsabili del Por Sicilia, le autorità europee hanno riscontrato gravi carenze (alcune accertate dall’Olaf, l’ufficio antifrode Ue) come progetti presentati dopo la scadenza, spese di personale non correlate al tempo effettivamente impiegato per i progetti, o consulenti esterni privi delle qualifiche richieste. Per questo il 17 dicembre 2015 la Commissione Ue ha deciso di ridurre il contributo comunitario al Por siciliano di 379.730.431,94 euro su circa 1,209 miliardi totali.
L’Italia ha impugnato davanti al Tribunale Ue la decisione chiedendone l’annullamento in parteper ragioni sostanziali e in parte per ragioni formali. Con la sentenza odierna i giudici hanno rigettato integralmente il ricorso dello Stato italiano, che ora avrà la possibilità di impugnare la decisione davanti alla Corte di Giustizia, ma solo per questioni di diritto.