INCHIESTA “ASSUMIFICIO” A GIRGENTI ACQUE: UN VERO TERREMOTO
Nessuna delle 73 persone indagate nell’inchiesta della Procura di Agrigento per associazione a delinquere, corruzione, truffa, riciclaggio e false comunicazioni sociali ha voluto rilasciare dichiarazioni dopo la notifica della proroga delle indagini.
Silenzio su una vicenda che ipotizza decine di episodi di corruzione legati alle assunzioni a Girgenti Acque di cui avrebbero beneficiato, in cambio di favori, politici, professionisti e persino il prefetto Nicola Diomede e il padre del ministro degli Esteri, Angelo Alfano, di 81 anni.
Nel lungo elenco che abbiamo pubblicato ieri sera si leggono anche i nomi del garante nazionale della concorrenza Giovanni Pitruzzella e gli ex direttori di Inps e Agenzia delle Entrate di Agrigento, Gerlando Piro, e Pietro Pasquale Leto. E poi anche giornalisti, Alfonso Bugea del Giornale di Sicilia, i fratelli Lelio e Francesco Castaldo, direttori responsabili di due quotidiani on line di Agrigento. Ed avvocati, Arnaldo Faro, Giuseppe Scozzari, Diego Galluzzo e Giancarlo Rosato e tanti politici della provincia ed alcuni dirigenti della società che gestisce il servizio idrico integrato in provincia.
A parlare tra i primi di “assumificio” fu, tre anni fa, davanti la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali l’allora procuratore aggiunto di Agrigento, oggi in servizio a Catania, Ignazio Fonzo.
Nei giorni scorsi, dopo che erano venute fuori le prime notizie sull’inchiesta, Girgenti acque aveva espresso «massima fiducia negli organi inquirenti. Confidiamo sulla celerità delle verifiche e degli accertamenti ritenuti necessari che possano diradare ogni ombra sulla gestione della società».