“Malgrado l’enorme tempo trascorso, e al netto delle tante parate governative fatte in questi anni, quella del Belice resta una ferita aperta, non rimarginata, segnata ancora dalla mancata ricostruzione di tante infrastrutture e da problemi irrisolti come quelli della presenza dell’amianto”. A dirlo sono la Cgil Sicilia e le Camere del lavoro di Palermo, Trapani e Agrigento, ricordando il terremoto che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì la valle del Belice, provocando oltre 200 vittime. “Per tanti anni, troppi, al Belice è stato negato quello che, in casi analoghi, in altre parti del Paese, hanno chiesto e ottenuto” spiegano: “Da noi né la ricostruzione al completo né l’agognato sviluppo economico, solo la disperazione e l’emarginazione che costringe, ora come allora, all’emigrazione. Siamo all’assurdo che lo Stato ha incassato dalle accise qualcosa come 8,6 miliardi e ne ha spesi 2 miliardi e 213 milioni”. La Cgil continua a ritenere che “per il Belice lo Stato avrebbe potuto e dovuto fare di più, e che da una condizione di estremo disagio avrebbero dovuto aprirsi condizioni in grado di far ripartire la vita economica e sociale di una delle aree più deboli del Paese”.

Cgil Sicilia e Camere del lavoro di Palermo, Trapani e Agrigento ritengono anche che la “lezione” del Belice non sia stata imparata. La lezione, cioè, di “mettere in sicurezza i nostri paesi, mettere in campo ogni iniziativa utile per essere pronti di fronte ad altre evenienze. I nostri centri storici cadono a pezzi già da soli, figurarsi di fronte anche al ripetersi di eventi calamitosi. Occorre convincersi che è assai più utile e meno costosa una cultura della prevenzione e della messa in sicurezza”.

In conclusione, la Cgil sottolinea che “è grave che il movimento sindacale, da sempre presente e parte attiva, dai giorni immediati della tragedia fino alle tante iniziative di lotta che nel Belice hanno avuto vita, non venga nemmeno invitato alle cerimonie ufficiali. Ci sembra davvero una dimenticanza grave. Tuttavia, a nessuno serve la polemica e per questo le nostre strutture congiuntamente stanno lavorando per costruire momenti di confronto e di iniziativa”.


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