MAZARA DIFENDE IL SATIRO. STORIE DI SIMBOLI E ARTE
A Mazara del Vallo difendono con forza il loro grande patrimonio culturale ed artistico rappresentando dal “Satiro danzante”. Il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi, commentando la dichiarazione del neo assessore regionale alla cultura Vittorio Sgarbi, che avrebbe voluto il Satiro per il Vinitaly, ha affermato che l’opera resterà al Museo di Mazara. Sgarbi ha poi precisato che non esisterebbe alcuna volontà di spostare l’opera, che appartiene comunque alla Regione e non al Comune.
“Non ho indicato nessuna posizione nè ufficiale nè personale – ha detto Sgarbi – convinto come sono che i Beni Culturali stiano bene a casa loro. Questo vale anche per la Dea di Morgantina della quale, come del Satiro, non vedo promozione in Sicilia”.
“Appena ho sospirato si è aperto un dibattito – ha proseguito – e da qui può partire non una polemica ma una dialogo sul destino e l’efficienza dei musei. Il resto non esiste, se non per consentire a Cristaldi di chiedermi di desistere (da cose che non voglio) per tentare di esistere”. “Per me la vicenda finisce qui precisando di essere già abbastanza noto in Sicilia e di – ha ribattuto Cristaldi – non avere bisogno di accrescere la mia popolarità alimentando polemiche con figure che tra l’altro apprezzo al punto di averne nominato qualcuno come mio consulente”.
L’episodio riporta alla mente l’idea di alcuni anni fa a Sciacca, quando si avviò una petizione popolare per riportare a Sciacca il Melqart, la statuetta fenicia in bronzo ritrovata nel mare di Sciacca negli anni 50.
C’è sempre stata la volontà dell’assessorato regionale ai beni culturali di lasciare la statuetta in bronzo esposta al museo Salinas di Palermo. L’errore è stato forse privarsene alcuni anni fa, ma questo è lo scotto che la città ha pagato per non avere mai avviato una politica culturale efficace che partisse dalla realizzazione di un museo. In passato sono stati restituiti alle città di appartenenza il Satiro Danzante a Mazara del Vallo, l’Efebo di Selinunte a Castelvetrano e la Nave Punica a Marsala. Ma Sciacca continua a vedere il proprio simbolo da lontano.
Giuseppe Recca