CATANZARO-PANEPINTO: L’EX DEPUTATO E’ RIMASTO AL PASSO. ECCO LA SFIDA NEL DETTAGLIO
Dopo una settimana dal voto per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana e l’elezione del Presidente del Governo, si ha meglio la visione di quel che è accaduto con il quadro dei numeri definitivi.
Un’analisi, nei giorni precedenti, l’abbiamo svolta per il risultato del rieletto deputato saccense Matteo Mangiacavallo, del M5S. Per lui, che ha sfiorato i 15 mila voti, è stato un successo di proporzioni regionali, e nello stesso tempo lo incorona nella provincia agrigentina.
Ma c’è ancora una novità importante che, al di là dei numeri non eclatanti come quelli di Mangiacavallo, assume rilievo altissimo in casa PD. La proclamazione del saccense Michele Catanzaro segna uno spartiacque con la storia del partito negli ultimi 15 anni. L’elezione di Catanzaro è una svolta generazionale che pone il PD, adesso, di fronte una partita nuova. Una partita che vede prospettive interessanti, ma soprattutto dà nuova linfa ad un partito che aveva gettato l’ancora su posizioni datate e radicate su un asse Capodicasa-Panepinto. Un asse che ha visto la logica dell’imposizione prevalere su quella del dialogo, dell’inclusione. Il PD si è molto ridimensionato sul territorio agrigentino. Del resto, non poteva essere diversamente con la politica attuata dal duo anzidetto.
Adesso, il PD si trova davanti ad uno specchio che non è come quello della maga che aspettava il responso, sempre positivo, di chi fosse la più bella del reame. La realtà del nuovo specchio è che il deputato nazionale Angelo Capodicasa (che è stato deputato regionale e presidente della Regione) ha svoltato a sinistra confluendo nell’Art. 1 di Bersani e Speranza. Altra realtà è che dopo tre legislature a Palazzo dei Normanni, Angelo Panepinto è un ex. Dunque, il duetto Capodicasa-Panepinto non è più il perno su cui ruota la vita del PD agrigentino.
E’ ovvio che adesso iniziano le danze del dopo elezioni. Il PD ha una rappresentanza diversa con l’area Renzi rafforzata con la deputata nazionale Maria Iacono e il neo eletto all’Ars Michele Catanzaro. L’altro deputato nazionale, Antonino Moscatt, è vicino all’area dell’ex deputato Panepinto. Ma d’ora in avanti la storia sarà, inevitabilmente, diversa. Iniziando con gli assetti dirigenziali, dalla segreteria provinciale. Deve necessariamente iniziare un percorso in grado di tracciare su coordinate diverse da ieri e da questi interminabili anni di eccessiva oligarchia. Catanzaro ha avuto l’investitura della candidatura da Matteo Renzi, spinta, ovviamente, anche dal sottosegretario Davide Faraone che non ha esitato a fare qualche sacrifico nella lista di Palermo per tirare la volata al giovane saccense.
Michele Catanzaro ha dimostrato di essere all’altezza, almeno dal punto di vista della competizione, di scardinare l’acien regime. Lo dicono i numeri che abbiamo analizzato e che abbiamo posto a confronto anche con le elezioni regionali del 2012.
ELEZIONI REGIONALI 2012
Precisiamo subito che nel 2012, Michele Catanzaro era candidato nella lista Cantiere Popolare, mentre Giovanni Panepinto nel PD. Nel 2012, Michele Catanzaro prese 5.055 voti (arrivò secondo con 230 voti di differenza rispetto a Salvatore Cascio). Giovanni Panepinto fu proclamato deputato nella lista del PD con 6.137
Tra i due, dunque, la differenza di consenso fu di 1.084 voti. Catanzaro riportò una media per Comune di 117,56 voti, mentre Giovanni Panepinto di 142,77
Logica spinge a pensare che un deputato, nel corso della legislatura (quindi dal 2012 al 2017), sia più avvantaggiato rispetto all’elettorato. Insomma, fa parte del potere attivo. Cosa che invece appare più difficile per un candidato, nel caso specifico Michele Catanzaro, tenuto fuori dal Parlamento siciliano.
ELEZIONI REGIONALI 2017
E veniamo al dunque, alle elezioni dello scorso 5 novembre. Michele Catanzaro si ricandida nella lista del PD, come Giovanni Panepinto. E’ evidente come per Michele Catanzaro sia impresa far convergere i suoi consensi da Cantiere Popolare (ricordiamo 5.055) nella lista del PD. Cosa, evidentemente, facile per Giovanni Panepinto che “pesca” nel suo elettorato che ha già votato PD.
La competizione appare, quantomeno, impari. Ma i numeri hanno dimostrato il contrario.
Michele Catanzaro lo scorso 5 novembre diventa deputato, mentre non ce la fa Giovanni Panepinto che rimane, dopo 15 anni, fuori da Palazzo dei Normanni. Il PD, in provincia di Agrigento prende solo un deputato.
Ma ecco il dettaglio della competizione tra i due. E’ una corsa al fotofinish. La terza “papabile”, Mariella Lo Bello, si ferma ad un modesto risultato di 1.723 voti, nonostante per cinque anni sia stata vice presidente della Regione. Paga lo scotto di essere stata organica ad un Governo di scarsi risultati, ma paga anche l’assenza dal territorio.
Michele Catanzaro vince su Giovanni Panepinto con uno scarto di 278 voti. A primo acchito sembra davvero una differenza irrisoria. Ma così non è. Il giovane saccense, di area renziana, parte con uno svantaggio (ammesso che si possa portare tout court in dote il risultato del 2012) con uno svantaggio di 1.084 voti. Il risultato finale, dunque, deve considerare lo svantaggio iniziale più la differenza finale. Il che significa, che Michele Catanzaro, nel quinquennio, ha portato in attivo 1.362 voti, mentre Giovanni Panepinto rimane al palo con 6.131 voti, ne perde 8 rispetto al 2012. Ecco dove risiede la differenza. Michele Catanzaro ha dovuto navigare come un salmone, lottando contro una forza di rilievo. Contro la potenza di “fuoco” che, inevitabilmente, gioca a favore di un deputato in carica da decenni, attraverso il variegato mare che il sottogoverno alimenta.
Dal punto di vista della media per Comune, Michele Catanzaro sbalza in avanti con 149,05 voti/comune mentre Giovanni Panepinto rimane fermo a 142,58 (nel 2012 era di 142,77).
Abbiamo diviso al fine di dare meglio una rappresentazione geografica del consenso dei due, la provincia di Agrigento in 4 aree, più Lampedusa e Linosa.
AREA SCIACCA (11 Comuni). In essa abbiamo incluso, oltre alla città termale, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Lucca,Menfi, Montevago, Ribera, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice e Villafranca Sicula. In questa area, Catanzaro ottiene 2.459 voti in più di Panepinto.
Catanzaro: 3.587 voti
Panepinto: 2.459 voti
ZONA CENTRALE DELLA PROVINCIA E MONTAGNA (17 Comuni). Include Alessandria della Rocca, Aragona, Bivona, Cammarata, Casteltermini, Cattolica Eraclea, Cianciana, Joppolo Giancaxio, Montallegro, Raffadali, Realmonte, San Biagio Palatni, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Sant’Angelo Muxaro, Santo Stefano Quisquina, Siculiana. In questa area, Giovanni Panepinto ottiene 1.605 voti in più di Catanzaro.
Catanzaro: 1.001 voti
Panepinto: 2.606 voti
La differenza dei voti nelle due suddette aree è di 854 voti a vantaggio di Michele Catanzaro.
ZONA EST (8 Comuni). Include Camastra, Campobello di Licata, Castrofilippo, Comitini, Grotte, Naro, Racalmuto e Ravanusa. In questa area Panepinto ottiene 328 voti in più di Catanzaro. Nel totale delle tre aree prese in esame fino ad ora, la differenza a vantaggio di Catanzaro si assottiglia a 526 voti. In testa, dunque, in queste tre aree sempre il giovane saccense.
AREA AGRIGENTO, CANICATTI’, FAVARA, LICATA, PALMA DI MONTECHIARO E PORTO EMPEDOCLE. Questo gruppo, include Comuni di ampio elettorato. Comuni che possono dare un vantaggio difficilmente recuperabile. Comuni che possono mettere facilmente in difficoltà candidati della nostra Sciacca e dei paesi limitrofi. Catanzaro somma 1.363 voti, mentre Panepinto 1.661; lo scarto è minimo a favore di Panepinto, cioè di 298 voti. La differenza tra i due scende a 228 voti, in vantaggio c’è sempre Michele Catanzaro.
LAMPEDUSA E LINOSA. Resta il risultato delle Pelagie. Anche se l’isola è piccola, rimane la suspense. Ma il dato finale assegna:
Catanzaro 72 voti
Panepinto 22 voti
Una differenza di 50 voti che si aggiunge ai 228 voti e sancisce la vittoria di Michele Catanzaro per 278 voti in più. Rispetto al 2012, Michele Catanzaro ha guadagnato voti in 29 Comuni, Panepinto in 22; Catanzaro ha perso voti in 12 Comuni, Panepinto 21. In 2 Comuni, Catanzaro ha confermato i voti del 2012.
Michele Catanzaro e il suo gruppo, tutti giovani, ha dimostrato di avere un elettorato consolidato. Non v’è dubbio che nella vittoria di Michele Catanzaro c’è anche lo sforzo sinergico dell’ex parlamentare Nuccio Cusumano che ha le sue radici diramate in provincia e che, fortunatamente, ha evitato quella sorta di “cannibalismo” tipico saccense, sposando senza indugio la candidatura di Catanzaro. La stessa deputata Maria Iacono si inserisce in questo contesto di novità, rafforzando anche la sua posizione stretta, prima, tra le morse del duo Capodicasa-Panepinto. Nel PD, si è formata una nuova linfa che, di fatto, ha prevalso sulla vecchia logica che dominava nel partito. Ora, bisogna fare il resto, proseguire spinti dal vento del ricambio generazionale.
Filippo Cardinale