QUEI 230 VOTI CHE DALLA SCONFITTA HANNO PORTATO ALLA VITTORIA

A volte i numeri si divertono. Fanno dispetti, a volte infliggono delusioni, altre volte offrono gratificazioni. Basta una cifra, 230, a fare da spartiacque tra una delusione e un appagamento. Tra un boccone amaro e uno dolce come una cassata siciliana.

Cinque anni fa, Michele Catanzaro non fu letto deputato regionale per 230 voti. Arrivò dopo Salvatore Cascio. Ambedue erano candidati in Cantiere Popolare. Cinque anni dopo 230 voti rappresentano la cifra per sancire la vittoria e accedere nel Parlamento siciliano. Michele Catanzaro, stavolta ce l’ha fatta, proprio per quella cifra di 230, costante, quasi come a divertirsi. Per 230 voti, Michele Catanzaro supera il deputato uscente del Pd, Giovanni Panepinto, deputato da tre legislature, considerato l’imbattibile.

Michele Catanzaro, e il suo gruppo di giovani, tra cui ruolo di primo piano ricopre l’attuale assessore comunale Gioacchino Settecasi, hanno un consenso trainante. A Sciacca, sono in grado di far perdere o vincere una coalizione. Contribuirono alla vittoria di Fabrizio Di Paola alla guida della città, ma furono artefici della fuoriuscita dalla maggioranza, scardinando l’impalcatura su cui poggiava la precedente Amministrazione comunale. Al di là delle motivazioni, della cause, Catanzaro e il suo gruppo ama le ascese, anche irte. Aderendo al Pd, inizia una ascesa che consente al neo deputato di essere nominato segretario cittadino del Pd, al suo braccio destro di essere eletto capogruppo consiliare nella precedente consiliatura, mentre, oggi, con la nuova Amministrazione comunale è assessore.

Oggi, è fuori luogo ricordare errori, magari silenzi troppo lunghi da segretario cittadino del Pd rispetto ai temi e alle emergenze della Città. Di fronte ad una vittoria, gli errori passano in secondo piano. E’ come giocare una partita di calcio non al meglio delle prestazioni, ma risulta importante portare a casa i tre punti.

L’elezione di Michele Catanzaro è una novità di rilievo all’interno degli equilibri del Pd. Non c’è dubbio che da domani il Pd di Sciacca, ma anche quello provinciale, non può essere identico a quello di ieri. Ma soprattutto, inizia un nuovo contesto che non può non interessare la coalizione che governa Sciacca. Un asse politico si è affievolito. Un asse che collega(va) Sciacca con Bivona e che ha avuto riflessi anche sulla distribuzione di ruoli istituzionali locali.

Filippo Cardinale

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