TERME, IL DECRETO CHE PASSA SULLA TESTA DEI SACCENSI
In queste ore c’è movimento tellurico. No, attenzione, non sono scosse di terremoto. Sono scosse politiche che mettono in moto la faglia delle terme, lasciata in letargo per tre anni dopo la chiusura. Ora, in prossimità delle elezioni del 5 novembre, il sismografo termale registra sciami di scosse, di annunci, tutti da parte di politici. Anche di coloro che, onestamente, non abbiamo visto in città in questi anni. Molto probabilmente, hanno lavorato sotto traccia, ma molto sotto traccia.
La settimana che entra porta lo scossone, l’evento capace di smuovere la terra inerme delle terme: il decreto di concessione dei beni termali alle terme.
Sarà vero decreto? Si, sarà un provvedimento amministrativo che come tale è soggetto a modifiche, a revoca. Ma ciò che stupisce maggiormente è che tale decreto di concessione arriva passando sulla testa dei saccensi. Nessuno sa cosa contiene, quali oneri saranno in capo al Comune, quali responsabilità, quali incombenze, quanto inciderà economicamente, etc.
Sono tutti punti che la buona creanza avrebbe “scoperto” prima, dando possibilità al Consiglio comunale, agli eletti del popolo, di capire cosa contiene la scatola vuota prima di essere presa in dono. Sarebbe stata buona creanza per coinvolgere la società civile attraverso le varie associazioni presenti sul territorio.
Invece, no. Tutto calato da Palermo, ancora una volta. E’ come se i saccensi non contassero nulla. E forse non contano nulla per i politici, se non nel tempo delle urne (elettorali).
La questione termale vista dal punto di consenso elettorale vale pressoché zero. I saccensi sono disaffezionati dalla risorsa termale non perché in essa non credono, ma perché sono consapevoli che a spingerla nel baratro nel quale è precipitata è stata stata proprio la classe politica.
Aspetteremo Baccei a Sciacca. Consegnerà il decreto di concessione (che non è definitivo, nel senso che può essere oggetto di modifiche o di revoca). Vedremo cosa contiene, quali onere avrà il Comune. Molto probabilmente, ci sarà anche la possibilità di rispedire al mittente il decreto. Se non altro per apportare quelle modifiche per non appesantire economicamente il Comune.
Stiano attenti i saccensi, se sentono toni enfatizzanti di riapertura per il prossimo anno significa che da parte di lor signori c’è la consapevolezza che il popolo saccense beve davvero tutto.
Sino a quel giorno coglieremo col sorriso tutti i comunicati che arriveranno da quanti, in poche ore, si stanno sbracciando per prendersi i meriti di essersi interessati con la fronte grondante di sudore.
Filippo Cardinale