ISPEZIONE RADICALI AL CARCERE DI SCIACCA: “STRUTTURA DA CHIUDERE”
Una delegazione dei Radicali Italiani formata da Antonello Nicosia e Nino Firetto ha visitato la casa circondariale di Sciacca. Ispezionate tutte le sezioni, il reparto sanitario, gli ambulatori e le aule adibite alla formazione, la cucina e le aree passeggio.
La struttura, secondo i due necessità di interventi importanti: la cucina presenterebbe alcune componenti inutilizzate ed i detenuti cucinieri opererebbero in condizioni precarie. Le aree adibite alla formazione ad oggi non sarebbero agibili, come non è agibile l’ambulatorio odontoiatrico. La sala colloqui è piccola, con una finestra posta in alto, poco illuminata e poco arieggiata, in fase di realizzazione invece l’area verde per i bambini, grazie ad una associazione di volontari. I bagni posti all’interno delle stanze detentive sarebbero privi di tetto, gli stessi non hanno finestra o aspiratore.
Sarebbero da chiudere, secondo l’esito dell’ispezione, sei celle della seconda sezione. Verificata anche la situazione dell’approvvigionamento idrico: l’acqua sarebbe disponibile a fasce orarie, dalle ore 6,00 del mattino alle ore 22,00 a turni di un’ora, dopo le 22,00 non ci si può ne lavare nè usare lo scarico del WC. L’assistenza psicologica è affidata per 12 ore settimanali a due psicologhe per i 63 detenuti ospiti, 33 dei quali extracomunitari e 3 stranieri. Non è presente lo psichiatra, ma viene chiamato dal dirigente sanitario al bisogno, soprattutto per i 3 detenuti affetti da patologie gravi di tipo psichiatrico. Medico e infermiere dormono nella stessa stanza.
Al secondo piano dell’Antico Convento dei Carmelitani che ospita il carcere, in un grande corridoio i detenuti si riuniscono in socialità, la piccola biblioteca sarebbe in condizioni di abbandono e sarebbe utile un volontario che la rimette in funzione e la arricchisce di testi. Inoltre, dei due educatori in servizio, uno risulta in malattia e l’altro residente a Messina con il diritto ad assentarsi ai sensi della legge 104.
La delegazione dei Radicali Italiani pensa che sia meglio svuotarlo e chiuderlo, quando ci saranno le risorse economiche e la possibilità ad adattarlo a laboratorio per la rieducazione dei detenuti secondo l’art. 27 della Costituzione potrebbero riaprirlo. Unica nota positiva rilevata dalla delegazione è che il personale e la commissaria sono stati molto disponibili e il dirigente che opera all’interno dell’istituto mette in campo tanta passione.