TERME, ERA GIA’ TUTTO PRONTO PER IL BANDO. ECCO LO STUDIO DI SVILUPPO ITALIA. SOLDI BUTTATI
La via che aveva intrapreso la Regione, con la spinta dell’allora assessore all’Economia Gaetano Armao, era quella di affidare ad un advisor la relazione e la pubblicazione del bando per far gestire a privati di solida caratura, in modo complessivo, le strutture termali. La relazione di Sviluppo Italia-Sicilia, ben pagata, ma anche ben fatta, riguarda sia le Terme di Sciacca che quelle di Acireale. Per quest’ultime la vicenda finanziaria è più complessa non solo per i maggiori debiti, ma anche perchè le terme acesi hanno parte del patrimonio pignorato dall’Unicredit.
Pubblichiamo la relazione, a beneficio dei nostri lettori, delle associazioni varie presenti a Sciacca, dei sindacati, ma anche dei politici e consiglieri comunali, affinché possano meglio comprendere la complessità dell’attività del rilancio delle terme, in maniera davvero capace di imprimere una svolta al territorio e alla sua economia.
La relazione che pubblichiamo era propedeutica alla stesura del bando di caratura internazionale. La sua lettura è importante (siamo in possesso nel’intero carteggio,ma riteniamo pubblicare lo stato di avanzamento perché esprime bene la delicatezza della questione) per comprendere che la strada dell’advisor era quella giusta, come era giusta la strada dell’offerta dell’intero patrimonio termale saccense.
Il nostro giornale ha sempre sostenuto la via dell’Advisor, criticando ogni scelta diversa specie se in direzione di un’offerta a spezzatino. Ipotesi, questa dello spezzatino, che riteniamo incapace di proiettare la risorsa termale verso la strada del vero sviluppo, non solo di Sciacca,ma dell’intero territorio. Una relazione che esprime bene la complessità della questione rilancio, ma soprattutto illumina il percorso capace di attirare davvero l’interesse di grossi imprenditori.
Abbiamo sempre ritenuto, sin dall’alba dell’idea, che destinare in concessione al Comune di Sciacca pezzi di beni termali (la riunificazione complessiva ancora non può essere effettuata) fosse la soluzione meno appropriata. Non siamo convinti della “Commissione consiliare”, nè di “tavoli” e “tavolinetti”.
Rimaniamo stupefatti nel considerare che, in buona sostanza, è tutto pronto dal punto di vista dello studio, delle relazioni. Tutto pronto per passare al bando. Siamo perplessi che una materia così complessa possa essere snodata all’interno del Palazzo comunale. E le perplessità lievitano al cospetto di una ormai quasi certa “macelleria” delle risorse termali per ricavarne spezzatino o tritato.
Il passo significativo è stato compiuto un paio di anni fa, quando l’Amministrazione comunale ottenne il riconoscimento di una partecipazione, anche attraverso la concessione, al tavolo delle discussioni. Ricordiamo che il Comune di Sciacca, non titolare di bei termali, giuridicamente non aveva titolo per proferire parola in quanto socio al 100%, quindi socio unico, è la Regione Sicilia. In qualche modo, tale anomalia fu compensata con le interlocuzioni che ottennero seguito. Ma cosa assai diversa è che il Comune diventi, addirittura, una sorta di advisor.
Ecco l’avanzamento della relazione, precisando che le carte in nostro possesso sono più complete. Perché si è scelto di percorrere una strada che non è mai stata percorsa da un Comune? Specie in un settore, quello del turismo, che non è pane quotidiano di un Ente locale?