PROCESSO LOREFICE, PER LA CORTE EUROPEA FU “INIQUO”. SI PROFILA LA REVISIONE

Si va verso la revisione del processo che ha visto condannato  otto anni e sei mesi di reclusione l ‘architetto saccense Giorgio Lorefice per estorsione nei confronti dell’ex ingegnere capo del comune di Sciacca, Giuseppe Di Giovanna.

La Corte Europea ha censurato la condotta della Corte di Appello. Quest’ultima aveva condannato Lorefice che era stata assolto in primo grado. Anche la Corte di Cassazione confermò la sentenza di condanna di secondo grado.

I legali di Lorefice non si sono fermati e si sono rivolti alla Corte Europea. Lorefice sta scontando in carcere la condanna. Una pena che sta volgendo alla fine nei primi mesi del prossimo anno.

Alla fine di maggio del 2001, fu piazzato un ordigno artigianale sotto la finestra del piano terra della villa dell’ingegnere Giuseppe Di Giovanna. Un ordigno artigianale che esplose, provocando danni ma soprattutto tanta paura ai familiari.

Per l’accusa, l’atto intimidatorio e l’estorsione, di duecento milioni delle vecchie lire sarebbero stati organizzati dall’artigiano. L’ex ingegnere consegnò la somma a Lorefice che lo convinse di essere nel mirino di boss di Cosa nostra. Vicenda, invece, che nulla avrebbe avuto a che fare con la mafia.

La Corte europea- riporta oggi il Giornale di Sicilia con un articolo a firma di Giuseppe Pantano- è intervenuta, in particolare, su un aspetto del processo d’appello, la decisione di non riaprire l’istruzione dibattimentale e di procedere ad una nuova audizione dei testimoni. “Agli occhi della Corte europea – affermano i legali di Lorefice sul quotidiano-  un tale esame implica una decisione su dei fatti decisivi per la determinazione della colpa dell’imputato. Pur tuttavia, la Corte Europea nota che per pervenire a queste conclusioni la Corte di Appello non ha proceduto a una nuova audizione, limitandosi a riesaminare le dichiarazioni trascritte nei verbali”.