ELEZIONI, I SOLITI TONI
Di Filippo Cardinale
La campagna elettorale volge al termine. Stasera a mezzanotte scatta il silenzio riflessivo. Ma ormai, attraverso i social, le più elementari regole del senso civico (e anche penale) si perdono nella convinzione che tutto si può. Il tanto invocato “cambiamento” passa anche attraverso una nuova cultura protesa al rispetto delle regole del senso civico. Il cambiamento passa anche attraverso la linearità del comportamento quotidiano, dalle cose banali come non gettare le cicche a terra, al rispetto del conferimento nei cassonetti nelle fasce orarie consentite. La lista si allunga di molto, inutile elencare tutte le “illegalità” che quotidianamente vengono compiute a dispetto del rispetto del prossimo, delle sue esigenze, del senso civico.
Non è solo la politica che ha bisogno di una rivisitazione culturale. In tale rivisitazione bisogna che ci si immerga tutti. La campagna elettorale, evviva, volge al termine. Nella notte tra domenica e lunedì si conoscerà il nuovo sindaco. Per evitare che ciò che si scriva possa essere interpretato, non facciamo nessun commento di ciò che sta accadendo nel rush finale. Questa città ha bisogno, ancor prima di promesse e annunci, di un’autostima che è andata a perdersi, dando spazio ad una sorta di pratica a chi è più bravo a denigrarla. La nostra Sciacca è guardata da occhi presenti in tutto il mondo. Non agevola certo alla città il continuare a gettarle fango come se fosse un gioco.
In città ci sono operatori commerciali, turistici, esercenti, che certamente hanno bisogno di svolgere la loro attività nel contesto di una città che include, attira, coinvolge. Questa città porta in modo troppo radicato, specie negli ultimi anni e con l’avvento dei social, un astio che spesso invade il campo dell’odio. C’è un concetto basilare in democrazia. Si può non condividere l’opinione altrui, ma bisogna rispettare chi la pensa diversamente. Ovviamente, in termini urbani.
Questa città ha bisogno di fatti. Questa città ha bisogno di riparlare di Politica, con la prima consonante maiuscola. Questa città non ha bisogni di scontri, ma di incontri, di dialogo.
E per concludere citiamo le frasi di mons. Nicolò Licata, arciprete di Sciacca, collaboratore stretto di don Luigi Sturzo. Un prete che ogni saccense dovrebbe ricordare il bene che ha fatto a Sciacca in direzione dei deboli, nel sociale. Fu consigliere comunale a Sciacca nel 1901. Eletto consigliere comunale, nel suo primo intervento nella seduta per l’elezione del sindaco chiarì esplicitamente la sua posizione: Non sono un calatesta automatico, né un oppositore sistematico. Pertanto combatterò il male ovunque si annidi, appoggerò il bene da qualunque parte venga, sia dalla maggioranza nella quale conto carissimi amici, sia dall’opposizione, nella quale ammiro nobili aspirazioni.
E infine, per davvero, desideriamo fare anche la nostra parte come giornale e giornalisti della testata. “Il giornalista deve sapere respingere la tentazione di fomentare lo scontro, con un linguaggio che soffia sul fuoco delle divisioni. Piuttosto favorisca la cultura dell’incontro”. Queste sono parole pronunciate da Papa Francesco.