AREA GEOGRAFICA “RICCA”: NIENTE FONDI COMUNITARI DEL PIANO DI SVILUPPO RURALE

Il territorio di Sciacca per la Regione Sicilia è catalogato come turistico e non agricolo. E’ quindi “ricco” e non può quindi rientrare tre le aree che possono accedere alle misure del piano di sviluppo rurale, opportunità che invece è stata concessa ai vicini territori agricoli di Ribera e Sciacca. E’ questa sostanzialmente le motivazione alla quale le autorità cittadine non sono riuscite ad opporsi ed a bloccare.

Le misure del Piano di sviluppo rurale sono rivolte a tutti i Comuni siciliani in relazione alle aree rurali di riferimento. Nella provincia di Agrigento tutti i Comuni ricadono nelle macro-aree C e D (aree rurali intermedie o con problemi di sviluppo), a esclusione delle sole città di Sciacca e Agrigento.

Tale circostanza permette ai primi di accedere in via esclusiva a molti bandi delle misure previste nel Psr e conseguentemente di avere garantite nuove e importanti opportunità di sviluppo.

L’esclusione ha fatto partire accuse nei confronti degli amministratori saccensi, ritenuti incapaci di garantire i produttori agricoli del territorio. Il vice sindaco Silvio Caracappa afferma di avere più volte dialogato con i vertici regionali e sostiene ci sia la possibilità di un’integrazione attraverso riapertura dei termini del bando regionale.

Fortemente critici, invece, i grillini, che ritengono l’amministrazione comunale responsabile di questa penalizzazione: Com’è possibile – dicono – che solo Sciacca sia rimasta nella macro-area B? Come mai molti comuni agrigentini, tra i quali Menfi e Ribera, sono riusciti a transitare dalla macro-area B a quella C ? Quali battaglie hanno messo in campo i nostri amministratori per assicurare alle attività saccensi tutte le opportunità offerte dal Psr ?”.

Ovviamente, ritenendo il territorio turistico, adesso in teoria la città di Sciacca dovrebbe beneficiare delle misure che saranno disposte er la crescita delle strutture turistiche.


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