SOGEIR, ILLUSIONI E DELUSIONI. POCHE ORE E SI CHIUDE IL CAPITOLO
Editoriale di Filippo Cardinale
Il prossimo giovedì si chiude il capitolo della Sogeir. Si chiude una storia costellata da illusioni e farcita, poi, con le delusioni. Una storia che ha inizio con la nascita di una società per azioni con il capitale pubblico. E dove c’è la mano pubblica c’è quella politica. Ovviamente, le cariche sono state di matrice politica e la presidenza del consiglio di amministrazione fu affidata a Vincenzo Marinello, cugino dell’ex deputato del Pd.
Allora, quando venne partorita la Sogeir, era in carica la giunta di sinistra a guida Cucchiara. Il Comune di Sciacca, tra i 17 Comuni che composero la Sogeir Ato Ag1, era il capofila e, quindi, beneficiava della scelta della poltrona più alta. La scelta su Vincenzo Marinella cadde dopo un rifiuto di un altro destinatario di “sottogoverno”. A volte il destino gioca la sua parte anche di notte, senza riposo.
Da cosa nasce cosa, e Vincenzo Marinello, a capo della Sogeir, pensò di edificare una struttura capace di espandersi, accrescere il potere e mantenersi una sorta di assicurazione sul futuro. Nacquero tre società di scopo che fortunatamente non ebbero vita lunga. Ma la cosa non finì qui. Perché poi la Regione partorì le SRR, le società che hanno le redini gestionali. E per conquistare la presidenza della SRR, Vincenzo Marinello fece salti mortali. Tanti audaci che la questione ha seguito le vie giudiziarie ed è in attesa della decisione del Gup del Tribunale di Sciacca, a cui spetterà la scelta se rinviare a giudizio, per abuso d’ufficio aggravato, lo stesso Marinello, il sindaco di Bivona Giovanni Panepinto , il sindaco di Alessandria della Rocca Alfonso Frisco nonché presidente della Giunta dell’Unione dei Comuni Platani-Quisquina-Magazzolo, il sindaco di Cianciana Santo Alfano, il sindaco di San Biagio Platani Filippo Bartolomeo, il sindaco di Santo Stefano di Quisquina Francesco Cacciatore e Salvatore Re, segretario e dirigente del settore amministrativo dell’Unione dei Comuni Platani-Quisquina-Magazzolo. Tutti i sindaci menzionati fanno parte dell’Unione dei Comuni Platani-Quisquina-Magazzolo.
La Sogeir aveva mire altissime, ma soprattutto si è verificata una formidabile macchine per assunzioni. Ma anche una macchina il cui bilancio era a suon di milioni di euro, anche per finanziamenti per espandere le attività. Tantissimi soldi spesi per pubblicità. Per comunicare urbi et orbi il raggiungimento di alte percentuali di differenziata. Fumo su fumo. Mentre in piccoli Comuni far lievitare la raccolta differenziata è stata roba facile, a Sciacca, il Comune più grosso, la raccolta differenziata è stato un gigantesco flop. A stento ha raggiunto il 20%.
Un fallimento clamoroso che a tutt’oggi costa un sacco di soldi ai cittadini. La Sogeir Spa è stata vittima anche del mancato pagamento di tantissimi sindaci delle fatture per l’espletamento dei servizi. Non si capisce come mai la Sogeir sia stata enormemente clemente con tantissimi sindaci, accumulando crediti milionari. Ma mai un’azione giudiziaria per ottenere il pagamento delle fatture. E così, col silenzio e col consenso, la Sogeir ha sofferto di mancanza di liquidità. Fornitori non pagati, mezzi sfasciati e non riparati per mancanza di soldi, dipendenti non pagati. Scioperi che hanno creato disservizi ai cittadini. Ma mai, i sindacati hanno davvero messo in campo azioni chiare e determinate contro i sindaci morosi, veri responsabili della mancata liquidità della Sogeir.
La storia della società falsamente “virtuosa” finisce così, nel non svuotare i cassonetti perché priva di soldi per comprare mille euro di carburante. Finisce anche con scioperi in giorni festivi, quando i turisti hanno avuto modo di apprezzare la quantità di rifiuti che la Sogeir ha lasciato a bella vista. Dall’11 maggio il libro della Sogeir si chiude. L’esperienza della gestione pubblica e politica delle società è stata ancora una volta significativamente negativa.
Fortunatamente è calato il sipario.