SANZIONI ILLEGITTIME, IL GIUDICE DA’ RAGIONE A DUE DOCENTI. MINISTERO CONDANNATO AL RISARCIMENTO
Si è conclusa la vicenda giudiziaria di due docenti dell’Istituto Navarro di Ribera, Romina Di Martino e Pellegrino Muscarnera, oggetto di una sanzione disciplinare dichiarata illegittima.
La vicenda risale al giugno 2015 ed è accaduta all’Istituto Comprensivo Navarro di Ribera. I due docenti avevano subito una sanzione dall’allora dirigente scolastico pro-tempore Maria Laura Lombardo. Il provvedimento disciplinare della sospensione dal servizio e dalla retribuzione (giunto al termine di un burrascoso anno scolastico) era stato inflitto a seguito di una contestazione di addebito che lasciava i docenti nell’incredulità e nello sconforto.
Solo un generico elenco di norme che si presumevano essere state violate ma senza alcuna specificazione concreta dei fatti o dei comportamenti “sbagliati”. La notizia aveva avuto una vasta eco nelle cronache locali e aveva suscitato meravigliava genitori, alunni e colleghi.
I due docenti sono sono stati assistiti dall’avvocato Caterina Tortorici che impugnava il provvedimento disciplinare dinanzi al Giudice del Lavoro del Tribunale di Sciacca.
Il giudice del lavoro del tribunale di Sciacca ha disposto l’annullamento della sanzione e il ristoro integrale dei danni subiti sia a titolo di danno morale sia a titolo di danno all’immagine professionale.
La difesa ha dimostrato l’illlegittimità e l’infondatezza della sanzione disciplinare applicata ai docenti. Illegittimo il provvedimento per la carenza di potere del dirigente scolastico in relazione alla sanzione applicata.
E’ la prima volta che il Tribunale di Sciacca, conformandosi all’orientamento di altri giudici, statuisce che non è applicabile al corpo docente il decreto Brunetta e che è illegittima la sanzione disciplinare della sospensione dal servizio comminata ai docenti dal dirigente scolastico, in assenza di un’espressa previsione normativa e contrattuale che gli attribuisca tale potere.
Un chiaro monito per il MIUR ad attenersi alla lettera della norma e a quanto stabilito dalla contrattazione collettiva di categoria.
(Nella foto i due docenti festeggiano l’esito della sentenza)