CONTENZIOSO TERME ED EX MEMBRO CDA, IL TRIBUNALE DICHIARA NULLO IL DECRETO INGIUNTIVO DI SALVATORE CALTAGIRONE

Storie di indennità di carica, ma anche di spese di pernottamenti, ristorante e massaggi per complessivi 19.282 euro. Un lungo duello giudiziario tra Turriciano e Caltagirone

Una storia lunga quella tra Carlo Turriciano (amministratore unico della Terme di Sciacca Spa prima e poi commissario liquidatore dopo) e l’onorevole (per pochi giorni all’Ars) Salvatore Caltagirone, farcita di carte bollate, richieste di rimborso di indennità di carica, ma anche di fatture non pagate per pernottamenti, ristorante e massaggi spiccate all’ex membro del Consiglio di Amministrazione della società termale.

Vale la pena ricordare come l’unico Cda della società termale fu frutto di lottizzazione sfrenata da parte dell’allora centrodestra guidato alla Regione da Totò Cuffaro. Caltagirone fu nominato all’interno del Cda in quota Alleanza Nazionale.

Una storia che risale, almeno giudiziariamente, al 2 maggio del 2011, quando Caltagirone depositava nella cancelleria del Tribunale di Sciacca un decreto ingiuntivo con il quale richiedeva la somma di 44.713,70 euro quale compenso di carica di consigliere di amministrazione per il periodo marzo 2008 luglio 2009.

Scovando la tre carte, Turriciano scopre che la società aveva spiccato fatture in capo a Salvatore Caltagirone per un importo di 19.282,50 euro relative a pernottamenti, ristorante, massaggi. Prestazioni tutte che non rientravano, secondo la società termale (poi accertato) nelle spettanze relative al ruolo di consigliere di amministrazione.

Inizia qui una fitta corrispondenza tra la Terme di Sciacca Spa e Salvatore Turriciano. Quest’ultimo spedisce, con lettera raccomandata il 22 settembre 2011, a Caltagirone un assegno circolare di 13.864,50 a saldo del credito e del debito riconosciuto all’ex membro del Cda.

Turriciano giunge alla cifra di 13.864,50 nel seguente modo. Dal lordo dell’indennità di carica di Caltagirone, 44.713,70 euro detrae le ritenute fiscali e previdenziali. Rimane al netto la cifra di 28.732,54 dalla quale Turriciano decurta il credito che la Terme di Sciacca Spa vanta (documentato dalle fatture) cioè euro 19.282,50.

La somma scende a 9.450,04 alla quale Turriciano aggiunge le spese legali più interessi calcolati in 4.413,96, così come richiesto dal legale di Caltagirone. Ecco che, dunque, la somma finale che la società termale liquida a Caltagirone, cioè 13.864 euro.

L’ex consigliere di amministrazione, Salvatore Caltagirone, in data 27 ottobre 2015 presenta un nuovo ricorso per ingiunzione, con la motivazione che la Terme di Sciacca Spa aveva parzialmente adempiuto agli obblighi. Continua, dunque, la lite giudiziaria. Turriciano si oppone al decreto ingiuntivo, motivandolo nel dettaglio, anzi evidenziando che il credito vantato da Caltagiorne era lo stesso di quello precedente che era stato saldato.

Si arriva al 21 febbraio scorso, quando il giudice del lavoro del Tribunale di Sciacca, Anna Guidone, emette sentenza. Una sentenza inequivocabile con la quale il Tribunale accoglie la opposizioni della Terme di Sciacca Spa e dichiara la nullità del decreto ingiuntivo (il secondo) proposto da Caltagirone perché “il credito vantato dall’odierno opposto nel ricorso per ingiunzione è il medesimo credito accertato con decreto ingiuntivo n.108/2011”.

Nella considerazione del giudice si legge: “rilevato che con nuovo ricorso per ingiunzione del 27 ottobre 2015 l’odierno opposto asserendo di vantare il medesimo credito retributivo, allegava documentazione comprovante il suddetto credito, riferiva che l’odierna opponente aveva adempiuto parzialmente, omettendo di riferire e documentare la sussitenza di precedente decreto ingiuntivo riguardante il medesimo credito”. Insomma, il giudice ritiene inammissibile il ricorso di Caltagirone del 25 ottobre del 2015 “stante il contrasto con il principio del ne bis idem” e ha condannato l’ex membro del Cda a pagare le spese legali in favore della società termale pari a 2.000 euro.

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