RANDAGISMO, “OCCORRE MAGGIORE COLLABORAZIONE DEI CITTADINI”

Per lottare il randagismo è necessaria una “maggiore collaborazione dei cittadini”. Lo afferma l’Amministrazione comunale che  ha messo in campo diversi strumenti per combattere il fenomeno del randagismo, ma “il numero degli animali vaganti però non scenderà mai se c’è gente che disattende le norme”.

È quanto dichiarano il sindaco Fabrizio Di Paola e l’assessore all’Ecologia Gaetano Cognata nel rispondere alle prese di posizione di questi giorni. “Grazie alla collaborazione dell’associazione “Amici di Olivia” che ha una rete di contatti col nord Italia, – dicono il sindaco Di Paola e l’assessore Cognata – siamo riusciti negli anni ad aumentare il numero delle adozioni dei cani catturati. Siamo passati da 6 del 2012 a una media di 50 cani all’anno. Questo significa togliere l’animale dal territorio, dare al cane una famiglia, ridurre i costi complessivi affrontati dalla pubblica amministrazione per la custodia dei cani nei canili (siamo riusciti a ridurre i costi da circa 450 mila euro di qualche anno fa agli attuali 290 mila euro)”.

“Il problema è che-continuano Di Paola e Cognata-  nonostante l’attività messa in campo, con la cattura dei cani, la loro sterilizzazione e le successive adozioni, il numero dei cani vaganti sembra non ridursi mai così come dovrebbe essere. Questo perché c’è sempre qualcuno che, sicuramente per eccessivo amore nei confronti degli animali, dà loro da mangiare con modalità che sono vietate dai regolamenti comunali e che si rivelano molto pericolosi per la pubblica incolumità. Cani, a branchi, vengono nutriti in prossimità dei cassonetti dell’immondizia o dei loro covi. Ciò favorisce il randagismo così come favorisce il fenomeno anche l’abbandono nel territorio di intere cucciolate di cani patronali. Da un lato, dunque, si fa di tutto per diminuire il numero dei randagi, dall’altro c’è chi lo alimenta”.

Oltre al sistema delle adozioni, il Comune ha attivato una squadra di accalappiacani, sempre in servizio. I cani catturati vengono o portati in canile se pericolosi oppure sterilizzati, microcippati e immessi di nuovo nel territorio così come prescrive la legge. La sterilizzazione dei randagi impedisce future cucciolate e, dunque, in teoria, dovrebbe chiudere il ciclo. Per potenziare le azioni contro il randagismo, qualche anno fa l’Amministrazione ha  anche dotato il personale addetto di un fucile anestetico, consentito dalla legge, che permette di migliorare il servizio, nonostante le critiche sollevate da parte di alcune associazioni animaliste.

L’Amministrazione annuncia che, nella giornata odierna, si sta adottando idoneo provvedimento straordinario per la cattura dei cani più pericolosi.

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