TENTO’ DI UCCIDERE EX MOGLIE, IN APPELLO CHIESTA LA CONFERMA DEI 10 ANNI E 4 MESI DI CARCERE
Il fatto avvenne il 6 maggio 2014. La vettura sulla quale viaggiava l’ex moglie fu raggiunta da cinque proiettili di pistola. Arma che non è stata mai rinvenuta
La conferma della condanna inflitta in primo grado dal Tribunale di Sciacca al trentacinquenne riberese Alessandro Tavormina è stata richiesta dal sostituto procuratore generale Ravaglioli. Tavormina, in primo grado, è stato condannato a 10 anni e 4 mesi di carcere. L’accusa è di tentato omicidio nei confronti dell’ex moglie e stalking.
Bisognerà attendere il 7 novembre per l’esito dei giudici della terza sezione penale della Corte di Appello di Palermo. A difendere Tavormina gli avvocati Calogero Vella e Giovanni Vaccaro. Collegio di difesa che sostiene l’estraneità di Tavormina dai fatti contestati e avanza l’assoluzione.
Il fatto risale al 6 maggio del 2014. Secondo l’accusa, Tavormina avrebbe sparato cinque colpi di pistola (mai ritrovata) all’auto sulla quale viaggiava l’ex moglie, una trentottenne di Ribera. La donna si trovava a bordo della Mercedes, quando, nelle vicinanza di Sciacca, ha visto sullo specchietto retrovisore una Fiat Punto. Auto che poi si è avvininata sparando i colpi di pistola che hanno lasciato segni evidenti sulla carrozzeria della Mercedes. La donna, che per miracolo, non venne reggiunta dai proiettili, chiamò il 112, dirigendosi verso la caserma della Compagnia dei carabinieri di Sciacca, trovando rifugio e salvezza.
La donna indicò nell’ex marito l’autore dell’inseguimento e degli spari, mentre la difesa sostiene che Tavormina si trovava nella sua abitazione a Ribera ed evidenzia che a carico di Tavormina sussistono solo indizi, contestati con una narrazione diversa dei fatti e non prove.
Tavormina si trova in carcere dal giorno del fatto.