RAPINA ALLA SANT’ANGELO DI RIBERA, I PM CHIEDONO GIUDIZIO IMMEDIATO
La rapina avvenne il 18 dicembre 2015 e fruttò 20 mila euro. Coinvolti 2 riberesi e 4 palermitani
Per la rapina alla Banca Popolare Sant’Angelo di Ribera, i sostituti procuratori della Repubblica di Sciacca Alessandro Moffa e Christian Del Turco non hanno dubbi: sono tanti gli elementi a carico delle sei persone (due riberesi e quattro palermitani) coinvolte nell’operazione “Ulisse”. Rapina perpetrata il 18 dicembre del 2015 e che fruttò ai malviventi 20 mila euro.
Gli inquirenti hanno chiesto il giudizio immediato per Giuseppe Cusimano, Salvatore Bruno, Mariano Ficarra e Vincenzo Adelfio, tutti di Palermo. Sarebbero loro gli esecutori delle rapine, mentre i riberesi Giuseppe Triassi e Daniele Centurione (il primo è tuttora rinchiuso in carcere, il secondo invece è agli arresti domiciliari) sono accusati di aver svolto il ruolo di “basisti”, prima organizzando e pianificando i percorsi di arrivo e di fuga per consentire ai palermitani, che operavano in trasferta per rendere più complesse le investigazioni nei loro confronti, di agire in tutta sicurezza, poi, durante il colpo vero e proprio, fungendo da palo.
Ora la decisione è nella mani del Gip, e i legali degli indagati, molto probabilmente, chiederanno la celebrazione del rito abbreviato che consente la riduzione della pena di un terzo.
Una rapina, quella alla Banca popolare Sant’Angelo di Ribera, organizzata seguendo uno specifico stratagemma definito dagli inquirenti “ingegnoso ed efficace allo stesso tempo”. Il venticinquenne Mariano Ficarra entra all’interno dell’istituto da rapinare a volto scoperto. Poco dopo, però, con la scusa di dover prestare immediate ed urgenti cure mediche ad un parente in difficoltà appena fuori dell’istituto, si mette ad urlare chiedendo ed ottenendo l’apertura della bussola d’ingresso. Cosa, questa, che permette a coloro che sono accusati di essere gli altri tre componenti della banda, tutti a volto coperto e con guanti da lavoro per non lasciare tracce, di poter entrare ed effettuare la rapina, ottenendo la consegna del denaro, esercitando violenza e minaccia nei confronti dei dipendenti e dei clienti già presenti all’interno dell’agenzia.
I quattro palermitani sono accusati anche di un altro colpo, messo a segno il 15 gennaio 2016 alla Banca Sella di Licata. In quel caso il bottino fu di 5 mila euro. Rapina alla quale avrebbero partecipato sei persone. Gli investigatori sono ancora alla ricerca di due malviventi. Durante le indagini, rese complesse dal camuffamento operato dai rapinatori, gli investigatori si sono avvalsi di avanzate tecniche investigative, soprattutto intercettazioni telefoniche, analisi dei tabulati e filmati delle telecamere di videosorveglianza, ma anche attraverso l’acquisizione di testimonianze, osservazione e pedinamento svolti soprattutto a Palermo.