PROCESSO MORDINO, PER LA DIFESA SI TRATTA DI UN COMPLOTTO
Sta per arrivare a conclusione anche il proceso di appello a carico dell’ex frate Davide Mordino. La prossima udienza è fissata il 21 ottobre e dovrebbe concludersi con la sentenza. La procura generale chiede la conferma della condanna inflitta in primo grado dal Tribunale di Sciacca, ossia 9 anni e 8 mesi.
Davide Mordino è accusato di violenza sessuale su minori. Lui ha sempre negato l’accusa, dichiarandosi oggetto di un complotto ordito ai suoi danni per farlo andare via da Sciacca. Tesi sostenuta a spada tratta dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Antonino Agnello e Luca Giordano.
Sono tredici i motivi di appello presentati dagli avvocati di Mordino. Sostengono l’estraneità ai fatti di Mordino, parlano di indagini svolte in maniera non regolare, di deposizioni tutte uguali, acquisite – sostengono – con il meccanismo del “copia e incolla” da parte di qualche giovane chiamato a testimoniare, di un’azione condotta da alcuni per fare in modo che frà Davide fosse costretto a lasciare la basilica saccense.
Gli avvocati (che ad inizio processo avevano richiesto anche una nuova istruttoria dibattimentale, richiesta però respinta dal Tribunale) hanno indicato anche le modalità con cui sarebbe stato oragnizzato il presunto complotto ai danni di Mordino, evidenziando che diverse persone potevano avere libero accesso sia i computer della parrocchia (computer nei quali è stato rinvenuto materiale poi finito agli atti del processo), sia lo stesso telefonino dell’ex prete.
Secondo la ricostruzione dell’accusa l’ex sacerdote avrebbe avuto atti sessuali con quattro giovani che all’epoca dei fatti non avevano ancora compiuto diciotto anni. Avrebbe poi tentato di averne anche con altri due giovani, non riuscendoci perché questi si opposero. Una vicenda risalente ormai a 7 anni fa.