AL VERDURA RESORT TRIANGOLARE ENOGASTRONOMICO IN UN’ATMOSFERA DA BAGLIO SICILIANO
Di Filippo Cardinale
Vivere un’atmosfera serale del tipico baglio siciliano, carezzato dalle acque del Mediterraneo solcate, in quel tratto davanti il Verdura, sin dai fenici, illuminato dai riflessi di una luna piena che riflette sul mare scie argentate. E’ la cornice di un “triangolare” enogastronomico svoltosi nel piazzale della torre di avvistamento del Verdura del XIV secolo che chiude un quadrato formato dalla vecchia masseria e dal golf house, dove è posizionato il ristorante Liolà, la cui terrazza domina il golfo con panorama da Capo Bianco a Capo San Marco. A dare un ulteriore tocco di baglio siciliano una grigia di lampadine che sovrasta i numerosi commensali.
L’idea della “sfida” enogastronomica con le tradizioni siciliane, toscane e laziali nasce dalla dinamica fantasia del General Manager Marco Truffelli e del Resort Manager Vito Spalluto. Un duo, da poco insediatosi al Verdura Resort, che costituisce un “attacco” in grado di mettere a segno fantastici goals. Ovviamente, non poteva mancare la mano di un centrocampista in grado di pennellare perfetti assist, Paolo Platini, Executive Chef, il cui cognome ricorda il noto calciatore e che si sposa benissimo con l’accostamento dei nostri aggettivi calcistici usati per descrivere la sfida.
Tre cucine a confronto, o meglio, piatti di tre cucine regionali a confronto per la delizia dei palati degli esigenti commensali, o “tifosi” per rimanere nella terminologia calcistica. Il carretto siciliano sembra essere l’arbitro della serata, nella sua divisa inconfondibile fatta di colori tipici dell’antico mezzo di trasporto trainato dal mulo. Su due lati del baglio sono disposti i buffet, i barbecue, al centro le tradizionali “coffe” (contenitori di paglia) con i vini selezionati accuratamente dall’F&B Luca Chisesi Si apre la partita con gli antipasti.
La Sicilia schiera panelle, insalata pantesca, caponata tradizionale, involtini di melanzane e ricotta, zuppa di cozze al pomodoro. La Toscana risponde con panzanella, affettati toscani, crostini con fegatelli, insalata di polpo e patate, pappa al pomodoro. Il Lazio propone mozzarela di bufala, supplì con scamorza, pomodori ripieni di riso, crostino con alici, baccalà alla romana in pastella. E’ una premessa di una partita che sarà giocata senza risparmio di calorie.
Nella zona “forno a legna” si scaldano focaccine con panelle, focaccine alle erbe, sfincione siciliano con acciughe. Tra gli applausi e le ole dei commensali, “tifosi”, scendono in campo i “duri”, e il gioco si fa “duro”. Almeno questo è il detto. Qui il gioco si fa sempre più gustoso e le papille gustative sono in tripudio.
C’è l’affondo dei primi piatti. E’ chiaro sin da subito che la partita si snoda con determinazione, il gioco è “maschio”, ma leale. Lo “scontro” è piacevole, specie per i palati dei presenti. Le papille gustative sono seriamente impegnate e la difesa all’attacco delle calorie sembra ardua. Busiate di Tumminia con gamberi e pistacchi della Sicilia, i bucatini alla gricia del Lazio, le pappardelle al cinghiale della Toscana, non danno tregua. I dribbling tra un piatto e l’altro si fanno sempre più tosti.
Ad attenuare i ritmi ci pensa lo straordinario duo Falco e Mangiaracina, il primo al sax, il secondo alla tastiera e cantante. Musica che bene accompagna la serata. Ma la partita continua. Si entra nel secondo tempo e la sfida si fa sempre più avvincente. Stavolta pronti alla sfida sono i secondi piatti. Qualche commensale pensa che la dieta è seriamente compromessa, pensiero subito espulso dal “quadrato” del baglio.
Mare, stelle, luna, eccellente cibo, paesaggio, sono validi motivi per mandare negli spogliatoi la bilancia. E’ un’occasione da non perdere il triangolare enogastronomico! Il “secondo tempo” inizia tosto. Per i commensali sono già “scaldati” le griglie per i secondi piatti. La Sicilia mette in campo il pescato del giorno agli agrumi, il cous cous di pesce; il Lazio replica con il cosciotto di agnello alle erbette aromatiche, il saltimbocca alla romana; la Toscana schiera le costatine di manzo e la rostinciana. Un esplosione di profumi, aromi. Le nuvolette sulle griglie non preannunciano cattivo tempo, anzi sono la premessa di una sfida all’ultima forchetta per degustare le eccellenze delle tre Regioni che si sfidano. La partita è avvolgente, dagli “spalti” dei commensali c’è un grande ma positivo imbarazzo! Chi è il vincitore? Nessuno esprime un tifo di parte. L’apprezzamento del bel “gioco” enogastronomico della serata non consente schieramenti preconcetti.
A vincere è l’idea, a vincere è la bravura dell’executive chef che ha saputo creare una sinergia perfetta nello staff e il giusto spirito per deliziare i commensali. La partita si chiude con un entusiasmante pareggio. Tutto ottimo, la scelta delle pietanze di tre Regioni diverse si è bene amalgamata con le attese dei commensali, ma anche con ottimi vini. E se di solito si festeggia la vittoria, la serata termina con un festeggiamento che rompe le ultime resistenze a chi teme la bilancia.
E’ arrivato il momento dei dolci. Nessun indugio dimostrano i commensali. Ci sono ancora le forze per affrontare “i tempi supplementari” con (p)assaggi di dolcezze. Ecco i cannoli siciliani, la cassata di ricotta,il gelo di anguria,mandorle e cioccolato della Sicilia. Il Lazio risponde con la crostata di ricotta e ciliegie, i maritozzi; la Toscana con la pinolata, il castagnaccio.
Abbiamo voluto “giocare” anche noi del Corriere di Sciacca, accostando alle eccellenze enogastronomiche di una serata magnifica una terminologia calcistica. Anche noi abbiamo “giocato” presi da emozioni indelebili. Quel “gioco” che fa parte del nuovo management e che è stato trasmesso allo staff. Un “gioco” che si esprime con la voglia di stupire, ma soprattutto di far vivere emozioni.
Il lusso, in fondo, è la capacità di cogliere le emozioni per viverle. E le serate “regionali” disegnate dalla fantasia di Truffelli e Spalluto, e con la regia di Platini, certamente centrano l’obiettivo.