LAMPADE VOTIVE, BISOGNA RISPETTARE IL CONTRATTO DI CONCESSIONE DELLA SAIE
Fino al 2020 sarà la ditta Saie, con sede a Casciano, in provincia di Varese, a gestire il servizio di illuminazione votiva elettrica al cimitero di Sciacca.
A stabilire la data è l’ultimo contratto di appalto stipulato nel 2000 e relativo alla concessione di costruzione e gestione dell’impianto di lampade votive.
Nel contratto è anche scritto che al cimitero di Sciacca non possono essere installate e utilizzate lampade votive a batteria, o pannelli fotovoltaici e solari o altre apparecchiature in sostituzione dell’illuminazione tradizionale.
Tutto ciò perchè cozza con il regolamento e il contratto d’appalto a suo tempo stipulato tra il comune e la ditta Saie. Da qualche giorno è stato pubblicato un avviso attraverso il quale non solo viene ribadito il divieto, ma si invitano gli interessati a provvedere alla rimozione di tutti questi dispositivi entro il 30 ottobre prossimo. In caso contrario, dal 15 dicembre tutte le lampade a batteria o gli altri apparecchi che saranno ancora collocati all’interno dell’area cimiteriale saranno comunque rimossi.
Un provvedimento che ha suscitato diverse lamentele, specie da parte di chi in questi anni hanno fatto ricorso a sistemi alternativi rispetto all’illuminazione offerta dalla Saie. Questi, sono costretti a rimuoverli entro due settimane.
“Nessun monopolio, ma un contratto d’appalto che si deve rispettare- dichiara l’assessore Silvio Caracappa-. Contratto che al Comune frutta 10 mila euro l’anno”.
La questione è stata oggetto di un adeguato approfondimento, aggiunge il dirigente del settore patrimonio Aldo Misuraca, finalizzato a verificare se questi dispositivi rientrano tra quelli classificabili come alimentazione elettrica, come è stato appurato, e quindi il loro utilizzo contrasto con l’affidamento del servizio di lampade votive affidato alla ditta Saie. Così è dunque, nonostante le proteste e le lamentele degli utenti, a meno di modifiche del regolamento e del contratto d’appalto che tengano finalmente conto del progresso tecnologico, ma anche della libertà degli utenti.