MANGIACAVALLO: “LA SICILIA SARA’ LA PRIMA REGIONE A 5 STELLE”, E PENSA A SCIACCA: “ABBIAMO IL NOSTRO CANDIDATO”
Il deputato saccense gode di tanta fiducia tra la gente. E’ un moderato alla “Di Maio”, e attualmente è il capogruppo dei pentastellati all’Ars.
“Il dopo Crocetta siamo noi”, dice il deputatoi saccense Matteo Mangiacavallo, attualmente attualmente capogruppo adel Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana.
Il deputato saccense è sicuro e coglie appieno quell’ondata che proviene dalla gente, tutta a loro favore. “Quattro anni fa-continua Mangiacavallo- abbbiamo piantato un seme nel terreno arido della politica siciliana e questo seme ha portato miracolosamente i suoi frutti”.
Sull’ondata favorevole ai pentastellati non ha dubbi: “Oggi i cittadini credono nel nostro progetto e vogliono una Sicilia a 5 Stelle. Ce lo testimoniano inogni occasione. Siamo in debito con loro, non vediamo l’ora di ripagarli. In questi quattro anni, i cittadini sono diventati istituzione e le loro istanze sono finalmenmte arrivate nel Parlamento siciliano grazie a noi”.
Ma il prossimo anno non c’è solo la Sicilia da conquistare. A maggio si vota a Sciacca per l’elezione del sindaco e il rinnovo del Consiglio comunale. “Il nostro Movimento- dice Mangiacavallo- avrà il suo candidato all’altezza del compito che lo aspetta e in grado di rappresentare le infinite esigenze dei cittadini, abbandonati da una politica che ha guardato soolo a coltivare i propri orti”.
Mangiacavallo sorride quando gli arrivano voci di una difficoltà a scegliere un candidato a sindaco. “In questi anni siamo cresciuti. E poi, basta guardarsi attorno. Nelle vicine Favara e Porto Empedocle non è stata una vittora ma un plebiscito. La gente ha rotto gli argini di una diga rappresentata dalla vecchia politica. I politici saccensi hanno paura di noi. Ma è più esatto dire che devono avere paura dei cittadini ai quali hanno lasciato una città piena di grossi problemi, a cominciare dalla sanità, passando per le terme e per una tassazione diventata insostenibile, senza dimenticare che non c’è una programmazione che indichi i profili di sviluppo che Sciacca avrà nei prossimi decenni”.