DROGA, OPERAZIONE “BIG FAMILY”, 6 CONDANNE E 7 ASSOLUZIONI
Oggi pomeriggio il collegio giudicante del Tribunale di Sciacca ha emesso la sentenza. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al trasporto, detenzione e spaccio di cocaina, eroina, hashish e marijuana
Antidroga, l’operazione Big Family, si conclude, almeno in primo grado, con 6 condanne e 7 assoluzioni. Il collegio giudicante del Tribunale di Sciacca, Genna presidente e a latere i giudici Lo Presti e Gioia, ha condannato Carlo Guardiello, Ciretta Veible, Maria Sedita, Giuseppe Failla, Giuseppe Triassi e Barbara Arcadipane. Assolti Massimo Tabbone, Salvatore Failla e Tiziano Oddo. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al trasporto, detenzione e spaccio di cocaina, eroina, hashish e marijuana. L’accusa è stata rappresentata dal pm Amelia Luise della Dda di Palermo.
Queste le condanne: Ciretta Veible , di Napoli sessantenne, anni 7 e mesi 2 di reclusione, oltre alla multa di 80.000 euro; Carlo Guardiello (figlio della Veible), trentacinquenne, anni 13 e mesi 2, oltre la multa di 120.000 euro; Maria Sedita , quarantaseienne di Ribera, anni 7 di reclusione; Giuseppe Failla , quarantasettenne di Ribera, anni 6 e 4 mesi di reclusione, oltre una multa di 65.000 euro; Giuseppe Triassi, di Ribera, 6 anni di reclusione e 60.000 euro di multa; Barbara Arcadipane , 6 anni di reclusione e 60.000 euro di multa.
Sono stati assolti Massimo Tabbone , trentasettenne di Ribera, difeso dall’avvocato Giovanni D’Azzo, Salvatore Failla e Tiziana Oddo , trentatreenne, ambedue difesi dall’avvocato Giovanni Forte, Sergio Beniamino di anni 40, Saverio Franzone , di anni 29, Pietro Gargano , di anni 54, Giancarlo Tomasello , di anni 38
Le indagini coordinate dalla Dda di Palermo, dai magistrati Fulantelli e Luise, sono state condotte dagli investigatori della Polizia di Stato di Sciacca e dall’aliquota della polizia giudiziaria presso la Procura di Sciacca. L’intera attività investigativa, svolta nel 2007, ha consentito di sgominare un’associazione molto bene articolata di presunti spacciatori operante a Palermo, Napoli e soprattutto a Ribera, un territorio – sottolineano gli investigatori – particolarmente permeato dalla piaga della droga.
Nel corso dell’attività sono state inoltre eseguite anche quattro perquisizioni locali e personali di altri soggetti di Ribera e di Bagheria coinvolti a vario titolo nelle indagini. I quattro sono destinatari di informazione di garanzia. In alcune delle abitazioni delle persone raggiunte del provvedimento restrittivo sono stati rinvenuti oggetti e documenti ritenuti utili alle indagini.
L’attività investigativa ha origine nel 2007 e ha consentito di individuare un’associazione abbastanza articolata di presunti spacciatori operante a Palermo, Napoli e soprattutto a Ribera, un territorio – sottolineano gli investigatori – particolarmente permeato dalla piaga della droga. Per gli investigatori risulta di primissimo piano il ruolo assunto da Carlo Giardiello e dalla madre, Ciretta Veible, rispettivamente figlio e moglie di Vincenzo Giardiello, ucciso a Napoli il 12 settembre del 1989. Il ruolo di Carlo Giardiello sarebbe stato quello di organizzatore e promotore dell’associazione criminale. Spesso si sarebbe recato a Napoli per gli approvvigionamenti della droga.
A denotare il carattere di estrema pericolosità dell’organizzazione, depone il fatto che la stessa disponeva di una pistola – sottolineano gli inquirenti – detenuta illegalmente da Giuseppe Failla, celata all’interno del garage della sua abitazione. Il 12 settembre del 2007, in occasione dell’arresto di Giardiello effettuato dai carabinieri della tenenza di Ribera in seguito alle lesioni procurate al proprio cognato Massimo Tabbone, veniva sequestrata una pistola marca Browning cal. 7,65, comprensiva di caricatore, con canna alterata e con matricola abrasa rinvenuta nel terrazzo attiguo a quello dello stesso Giardiello ed attribuita, dalla polizia giudiziaria operante, allo stesso Giardiello.
(Nella foto, l’avvocato Giovanni D’Azzo, difensore di Massimo Tabbone)