TURISMO, OTTIME PREVISIONI PER L’ESTATE. MA SCIACCA PAGA IL CARO PREZZO DELLE STRUTTURE CHIUSE
La chiusura del complesso ricettivo Torre Macauda e delle Terme fanno mancare la presenza di 100.000 turisti
Le previsioni relative ai flussi turistici sono ottime per l’estate. La Sicilia beneficia di un a serie di circostanze positive a cominciare dalle crisi che colpiscono l’Egitto, fino ai paesi nordafricani. Purtroppo, Sciacca non può trarre il giusto beneficio. Non tanto perché non è una destinazione. Anzi, la meta è ideale considerata che è baciata dal mare. Solo che i posti letto della nostra città hanno un limite. Il Verdura Resort è al completo per l’estate, gli alberghi di Aeroviaggi altrettanto. La città paga un conto salatissimo per la chiusura di due strutture ricettive, Torre Macauda e le Terme. Se si sommano le presenze annuali delle due strutture, la città perde qualcosa come 70 mila presenze.
In buona sostanza, proprio per la mancanza di posti letto, la cifra delle presenze non riesce a superare quella di 450.000 presenze. Un danno economico di grande rilievo. Il complesso Torre Macauda è chiuso da qualche anno per via della procedura fallimentare. Il complesso è messo in vendita, ma ancora oggi, dopo 4 aste, non giunge nessuna offerta. Discorso a parte le Terme. Da un anno sono chiuse per precisa decisione della Regione, la quale ancora continua a latitare e lasciare le strutture al degrado. Purtroppo, in questo caso, nessuno paga, né la Regione, né chi ha precise responsabilità. Il danno c’è e si vede tutto.
Mentre le altre realtà possono contare su un aumento del numero delle presenze, Sciacca è obbligata ad avere un limite che non può andare oltre la cifra di 450.000 Con la chiusura delle due strutture mancano all’appello un 700 posti letto. Sulle Terme, c’è un oblio impressionante della Regione, la quale ormai manifesta palesemente lo scarso interesse alla valorizzazione della risorsa economica. Non solo economica, ma manda al degrado un unicum mondiale: le stufe di San Calogero. Una ricchezza che in altre parti del mondo farebbe colare oro.
Qui da noi, invece, assistiamo ad uno sgarbo inenarrabile, con una città, al di là delle colpe della classe politica agrigentina, che sembra infischiarsene del destino delle terme. Un silenzio anche da parte degli operatori commerciali che dal turismo, invece, traggono sostentamento.