ANCORA UN DEPURATORE SEQUESTRATO, STAVOLTA E’ QUELLO DI REALMONTE. SONO OTTO FINI ADESSO
Il personale del Nucleo di polizia giudiziaria della Guardia costiera ha sequestrato il depuratore di Realmonte. E’ l’ottavo depuratore a cui sono stati apposti sigilli (Licata, Favara, Agrigento, Cattolica Eraclea, Raffadali, Montallegro e Siculiana). L’impianto di Realmonte risale a oltre 20 anni fa. Pare che il sequestro sia dovuto ad anomalie nel funzionamento. Il sindaco di Realmonte, Calogero Zicari ha detto che “ufficialmente nessuno ci ha comunicato nulla”.
Altra vicenda che riguarda la depurazione è approdata in Procura della Repubblica di Sciacca che ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente di Girgenti Acque Marco Campione e del componente del consiglio di amministrazione, con delega in materia ambientale, Giuseppe Giuffrida. La vicenda è quella relativa al depuratore di Ribera che aveva portato già nel mese di ottobre scorso alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari ai responsabili della società che gestisce il servizio idrico integrato. Sullo sfondo una situazione di inquinamento scaturita dal mancato convogliamento, causato dalla rottura del collettore fognario, dei reflui del centro abitato al depuratore di contrada Torre.
Per la Procura della Repubblica di Sciacca gli amministratori di Girgenti acque erano pienamente a conoscenza delle diverse rotture lungo il sistema di collettamento fognario eppure, non solo non si effettuavano i lavori necessari di riparazione delle parti danneggiate, ma si continuava ad incassare lo stesso l’intero canone di depurazione da parte della comunità riberese. A Marco Campione vengono contestati l’abuso d’ufficio e altri reati in materia ambientale, questi ultimi in concorso con Giuffrida. Ma l’attuale presidente di Girgenti Acque è accusato anche del reato di truffa, perché a fronte di una situazione di inquinamento causato dalle rotture che non permettevano ai reflui di raggiungere il depuratore, Girgenti acque avrebbe continuato a riscuotere dai cittadini l’intero canone di depurazione. Secondo la magistratura saccense i mancati interventi di riparazione dei punti danneggiati della rete fognante avrebbero determinato l’abbandono in modo incontrollato di reflui non depurati sul suolo ed in acque superficiali, determinando così una situazione di inquinamento su un affluente del fiume Verdura (e poi da qui nel mare di Ribera) interessando anche le campagne circostanti.