TERME, RISORSA FIGLIA DI UN DIO MINORE
Editoriale di Filippo Cardinale
Due pesi e due misure. Terme e ospedale, due grosse questioni che riguardano il nostro territorio. Certo, non sono solo queste. Ma una considerazione è possibile farla rispetto a quanto è successo con la visita dell’assessore alla Sanità a Sciacca, lo scorso venerdì. Attorno alla questione ospedale si è costruito, giustamente, un cordone fatto di sindaci del territorio e presidenti dei consigli comunali del territorio, consiglieri comunali, associazioni, cittadini, sindacati. La difesa delle prerogative della nostra struttura ospedaliera è stato il collante che ha unito una città che, diversamente per le altre emergenze, non ha saputo dimostrare coesione.
L’assessore Gucciardi ha potuto toccare con mano le lamentele del territorio. L’ospedale Giovanni Paolo II è una risorsa importante e strategica per il territorio e nessuno può consentire che venga depotenziata. La struttura sanitaria, deve, invece, continuare a garantire l’offerta dei servizi con standard che nel passato hanno toccato livelli di eccellenza. La formula del “fare squadra” ha funzionato con la questione dell’ospedale. Non così è stato, invece, per le terme. Mentre l’ospedale riguarda l’erogazione di servizi a tutela della salute, le terme costituiscono una risorsa di forte valenza nel tessuto economico della città.
Tuttavia, nonostante la continua agonia, l’assenza di politiche serie mirate alla loro valorizzazione, l’offesa della chiusura delle strutture ormai da oltre un anno, attorno alle terme non si è creato quello sforzo sinergico della città per tutelare l’importante e irrinunciabile risorsa. E’ vero che la Regione, la politica regionale, la burocrazia regionale hanno messo tutto l’impegno per dimostrare l’incapacità di un impegno teso a valorizzare concretamente le terme. E’ vero che ci sono state iniziative delle istituzioni locali, ma queste non hanno avuto, purtroppo, quel peso che la città merita. Iniziative che sono state, di volta in volta, bistrattate, snobbate, derise; iniziative che non hanno segnato una reale svolta. Una sconfitta che dimostra chela volontà della Regione e diversa da quella dei cittadini di Sciacca e del territorio che, invece, credono nel valore delle terme.
Purtroppo, le terme non hanno calamitato quel consenso, quella sinergia dei saccensi, quella determinazione dei cittadini, a lottare per tutelare la risorsa. Che sia chiaro, le terme sono amate dai saccensi, ma purtroppo sono considerate “cosa della politica”, motivo per cui è lievitata la disaffezione. Le termo sono, cioè, diventate non più una cosa della città, ma una “cosa loro”, cioè della politica che ha fatto un uso clientelare. Bisogna, invece, trarre frutto dall’esperienza della lotta per l’ospedale e “fare squadra” attorno alla terme. Bisogna che “la società civile” si svegli e scenda in campo con determinazione e con la voglia di vincere.
Bisogna, attorno alle terme, creare quella voglia di lottare. Questo è un compito che deve essere svolto dalle associazioni, dalla società civile. Insomma, usare con le terme la formula usata con l’ospedale. Necessità una svolta culturale che porti i saccensi a sentire propria la risorsa termale.
Appare strano, ad esempio, che gli operatori del settore turistico, cioè tutti coloro che traggono beneficio dalla presenza di fruitori delle terme, non siano da pungolo per svegliare la città da un oblio deleterio. La classe politica locale da sola non va lontano. Sostenuta da una città a difesa delle terme può darle quella forza di cui ha bisogno. E’ auspicabile che gli attori principali che sono scesi in campo per la difesa dell’ospedale continuino lo stesso impegno con le terme.