RAPINE IN BANCA A SCIACCA E NEL BELICE, CHIUSE LE INDAGINI. COINVOLTO ANCHE UN EX DIRETTORE DI BANCA

La Procura di Sciacca ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari alle 12 persone accusate a vario titolo di rapine in banca, sequestro di persona, associazione a delinquere per commettere rapine in banca, furti di autovetture e ricettazione di arma da fuoco. Tra le persone coinvolte, all’epoca del blitz denominato “The Wall”, finirono in manette anche il direttore di una filiale di una banca di Santa Margherita Belice che fungeva da basista per i complici.

Alla banda sono contestate la rapina del 1 giugno del 2012 alla Intesa San Paolo, di Santa Margherita Belice che ha fruttato un bottino di 100 mila euro; la tentata rapina del 16 luglio del 2012 al Banco di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia, di Menfi; la rapina dell’8 agosto 2012 al Banco di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia, a Sambuca di Sicilia, che ha fruttato 112 mila euro, e altre due tenute rapine tra settembre 2012 e novembre del 2013 alla Intesa San Paolo di Sambuca e Santa Margherita Belice.

Quattro i presunti basisti della banca: Michele Maria Gandolfo, di Sambuca, 61 anni, impiegato di banca ed ex direttore di filiale; Massimo Tarantino, di Sambuca, di 44 anni, barbiere; Pietro Curti, di Sambuca, di 78 anni, pensionato; Rocco D’Aloisio, di Santa Margherita, di 46 anni, pastore. Poi ci sono otto palermitani: Vito Leale, pregiudicato di 53 anni, storico esponente della “banda del buco”; Pietro La Placa, incensurato di 37 anni; Francesco Conigliaro, incensurato di 45 anni; Pietro Madonia, di 44 anni; Michele Cirrincione, di 48 anni; Carlo Valpa di 47 anni; Paolo Valpa, pregiudicato di 48 anni; Ignazio La Manna, di 38 anni.

Devono rispondere cinque rapine e tentate rapine commesse a Santa Margherita di Belice, Sambuca di Sicilia e Menfi. La banda palermitana poteva contare su “talpe”, che davano il fondamentale supporto logistico. In particolare Michele Maria Gandolfo, forniva notizie precise sulla disposizione logistica e sulle consuetudini delle molte filiali in cui ha prestato servizio. I rapinatori, durante i colpi messi a segno con precisione e rapidità, erano informati sulla disposizione dei vari locali degli istituti, soprattutto per individuare la parete sulla quale realizzare un foro d’accesso.

Nel corso delle perquisizioni sono state trovate perfino le chiavi di accesso originali di uno degli istituti di credito presi di mira.

 

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