SANITA’, DI PAOLA E SABELLA SCRIVONO AL SINDACO PACE: “BASTA CON I CAMPANILISMI. lOTTIAMO INSIEME PER SERVIZI SANITARI EFFICIENTI”
Le dichiarazioni del sindaco di Ribera, Carmelo Pace, in merito alla situazione sanitaria del territorio, spingono i consiglieri comunali Di Paola e Sabella ad intervenire con una riflessione costruttiva.
In buona sostanza, si tratta di unificare gli sforzi per ottenere risultati a difesa del diritto alla salute nel terriotorio. Basta con i campanili.
L’apppello di Pace per Di Paola e Sabella pressuppone “una conseguenzialità sul piano pratico e politico: vuol dire cioè mettere d’accanto sterili iniziative finalizzate a difendere il “campanile” a tutti i costi, senza preoccuparsi di cosa accade intorno a noi”.
I due sostengono che taluni politici “si sono occupati solo e soltanto dell’ospedale crispino”, mentre è il tempo di porsi il tema della difesa anche del presidio saccense, inteso come il principale baluardo su cui poggia l’architettura sanitaria di questo territorio, insomma che si comportino da rappresentanti dell’intero territorio e non di una sola comunità”.
Per Di Paola e Sabella ciò significa “di smetterla di difendere, a tutti i costi e molto spesso senza alcun criterio oggettivo di efficienza, di efficacia e di economicità, il mantenimento di “reparti doppione”, molto spesso preservati solo per conservare comode rendite di posizione o per accontentare le bramosie “nepotistiche” del parlamentare di turno, iniziando al contrario a porre con forza il tema per il quale, in un sistema di “ospedali civili riuniti”, non conta tanto mantenere reparti aperti solo per il piacere di mettere la” bandierina alla Emilio Fede”, quanto piuttosto renderli perfettamente funzionanti”.
Vuol dire soprattutto “pretendere un sistema sanitario di livello europeo, mettendo al centro innanzitutto i diritti del paziente, iniziare a porre il tema della diversificazione dell’offerta sanitaria all’interno degli Ospedali civili riuniti”: vuol dire in soldoni, che non ci interessa tanto avere due cardiologie, due medicine e due chirurgie, che funzionano entrambe male, quanto al contrario avere un solo reparto, pretendere che esso funzioni al meglio e che offra un servizio di eccellenza all’utenza”.
Di Paola e Sabella sono convinti che Sciacca e Ribera, insieme ma in modo diversificato, devono essere messe nelle condizioni di ” offrire tutta l’assistenza sanitaria di cui il territorio ha bisogno. Vuol dire in poche parole iniziare a ragionare su come rendere compatibili i due presidi, offrendo al territorio servizi efficienti e di qualità, utilizzando al meglio il personale attualmente a disposizione e assicurando reparti sempre attivi e perfettamente funzionanti”.
Di Paola e Sabella sono d’accordo del ruolo che può svolgere la conferenza dei sindaci afferente i servizi sanitari di territorio. “E’ è proprio in quella sede- scrivono i due- che le massime rappresentanze dei Comuni agrigentini potranno, se lo vorranno, dare un senso a questi appelli; suggeriremmo anche di arrivare a questo appuntamento avendo previamente coinvolto ed ascoltato le ragioni dei medici, degli infermieri, dei tecnici, delle rappresentanze sindacali di categoria e quei Comitati civici che oggi costituiscono l’unico vero baluardo a difesa del diritto sacrosanto ad avere una sanità degna delle aspettative di cittadini stanchi di essere considerati di serie B!”