ACCOLTELLO’ LA FIDANZATA AL CIMITERO, LA CORTE DI APPELLO CONFERMA LA CONDANNA PER GIANFRANCO TERMINE

In primo grado era stato condannato a 7 anni e 6 mesi di carcere per tentato omicidio

La Corte di Appello di Palermo ha confermato la condanna in primo grado per Gianfranco Termine, il giovane di 24 anni che tentò di uccidere la fidanzata con 18 coltellate al cimitero di Ribera nel gennaio 2013.

Termine era stato condannato in primo grado a Sciacca a  sette anni e sei mesi di reclusione per tentato omicidio. Una sentenza per certi versi attesa, visto che il periti nominati dalla stessa corte avevano stabilito che il giovane al momento dei fatti era capace di intendere e di volere.

Per i periti Gianfranco Termine ha messo in atto una “condotta impulsiva determinata da una spinta emotiva”. La sua fidanzata, infatti, gli aveva confessato davanti alla tomba di un loro amico comune di averlo tradito con il defunto. Da qui la “reazione d’impeto” che però – secondo i periti Maurizio Marguglio e Mari Neri – non ha influito sulla capacità di intendere e di volere.

La ragazza, ai tempi dei fatti minorenne, si è salvata grazie all’intervento di due visitatrici al cimitero. Non ha riportato danni permanenti, il suo ex fidanzato l’ha colpita al viso, alle braccia e al collo.

A scegliere quel posto per un incontro d’amore era stato proprio Gianfranco Termine, difeso dall’avvocato Serafino Mazzotta. “Mi pento di quanto ho fatto, la amavo con tutto me stesso. Lei mi aveva tradito con gli amici e questo proprio non lo sopportavo”.

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