IL ROGO DI PEPPE NAPPA BRUCIA IL CARNEVALE 2016 E ACCENDE LE SPERANZE
Ci sono segnali di ripresa per la festa carnascialesca, dopo edizioni sotto tono. Una festa che piace ma che deve riprendersi il suo ruolo regionale
Le fiamme danno il via al rogo di Peppe Nappa e, nel contempo, segnano la fine del carnevale edizione 2016. Un rogo anticipato alle ore 22 rispetto all’orario tradizionale che va ben oltre l’una di notte. Un orario e un ritmo dei carri condizionato dalle previsioni meteo che hanno dimostrato di avere l’attendibilità dei sondaggi elettorali. Previsioni che, in questa edizione carnascialesca, sono state ribaltate, e al posto delle gocce di pioggia, o delle linguacce rosse che escono da nubi neri, che preludevano un diluvio senza i carri allegorici, su Sciacca ha dominato il buon tempo. Insomma, l’esperienza del maltempo della gestione “napoletana” del carnevale ha segnato profondamente le scelte, alimentato le ansie. I gufi del maltempo, i gufi che tutti odiano e tutto odiano sono stati severamente bastonati.
Il carnevale si è svolto per i sei giorni previsti. E in una Sciacca divisa da una atavica lotta intestina innacquata fortemente da steccati politici, il carnevale si è svolto abbastanza agevolmente. Non ci sono stati significativi episodi di risse, in giro e al pronto soccorso si sono visti meno casi di ubriachi. Questo già è un buon segno. Ed è dai segni positivi che bisogna partire, evitando di praticare uno sport che a Sciacca è diffuso: vedere sempre in negativo. A volte solo per lo spirito del bastian contrario.
C’è stata una ripresa verso la manifestazione carnascialesca, testimoniata dalla buona affluenza di visitatori. Per favore, è inutile fare paragoni con gli anni gloriosi del carnevale quando le file delle auto arrivavano fino alla Chiana. Ma è pure vero che, rispetto agli ultimissimi anni, è ritornata l’attenzione verso il carnevale saccense. I carri, in numero di cinque, sono pochi. Si sente la necessità di qualche carro in più. Si avverte anche la mancanza dei minicarri, strutture che calamitavano al seguito gruppi mascherati capaci di diffondere coinvolgimento. Maggiore attenzione va fatta all’erogazione dei servizi igienici. Troppi pochi i bagni chimici e posizionati in luoghi poco visibili e funzionali. I bar non possono supplire la mancanza di un numero adeguato di bagni chimici.
L’esperimento di spalmare il carnevale in due weekend è riuscito, ma sarebbe più consono anticipare un fine settimana per evitare che ricada nel periodo quaresimale. L’idea del secondo fine settimana è un “piano B” utile specie in presenza di condizioni meteo poco rassicuranti. Ad Acireale il carnevale ha avuto inizio il 30 gennaio.
I carri allegorici sono frutto di una nuova generazione di carristi. Generazione che va sostenuta per continuare una tradizione e una maestria di alto livello. E’ ovvio che quando si è di fronte ad un passaggio generazionale nasce il termine di paragone. Credo che bisogna dare il tempo necessario alla nuova generazione di artigiani della cartapesta per continuare, ed elevare, la nostra tradizione carnascialesca. Per il resto, le solite cose. Durante il carnevale la politica si impegna a “lavorare per la prossima edizione già da subito”, ma poi si finisce col pensarci in zona Cesarini. Bisogna lavorare subito per trovare alcuni sponsor seri e forti. Le casse comunali non possono più sostenere spese come una volta. Bisogna lavorare seriamente nella direzione degli sponsor, presentando un programma serio, allettante, credibile, certo.
Ultima proposta, Valeria forever. La Altobelli è brava, oltre che bella. Ha una carica coinvolgente e conduce con vera passione travolgente. Il carnevale di Sciacca ha bisogno di passione, di cuore, di entusiasmo, di ottimismo. Bene la conduzione del palco con un ottimo Giuseppe Recca ed un effervescente Joe Prestia. L’esordio di Rossana Cottone non ha deluso le attese.