TERMINE TENTO’ DI UCCIDERE LA FIDANZATA PERCHE’ AVEVA CONFESSATO DI TRADIRLO

Termine avrebbe messo in atto una “condotta impulsiva determinata da una spinta emotiva”

Un bruttissimo episodio accaduto nel 2013 all’interno del cimitero di Ribera. Gianfranco Termine, di 24 anni, riberese, è in attesa del giudizio d’appello.

C’è un passaggio della perizia disposta dalla Corte d’Appello di Palermo sul giovane riberese che evidenzia alcuni aspetti della vicenda. I medici dicono: “cercò di uccidere la sua fidanzata perché lei gli aveva confessato di averlo tradito”. Mentre cercava di uccidere la fidanzata con 18 coltellate, dopo un rapporto sessuale al cimitero di Ribera, secondo i periti “era capace di intendere e di volere”.

E’ il passaggio più importante della perizia disposta dalla Corte d’Appello di Palermo sul giovane riberese, finito in carcere nel gennaio del 2013 con l’accusa di tentato omicidio.

Termine avrebbe messo in atto una “condotta impulsiva determinata da una spinta emotiva”. La sua fidanzata, infatti, gli ha confessato davanti alla tomba di un loro amico comune di averlo tradito con il defunto. Da qui la “reazione d’impeto” che però – secondo i periti Maurizio Marguglio e Mari Neri – non ha influito sulla capacità di intendere e di volere. La ragazza, ai tempi dei fatti minorenne, si è salvata grazie all’intervento di due visitatrici al cimitero. Non ha riportato danni permanenti, il suo ex fidanzato l’ha colpita al viso, alle braccia e al collo.

A scegliere quel posto per un incontro d’amore era stato proprio Gianfranco Termine, difeso dall’avvocato Serafino Mazzotta. “Mi pento di quanto ho fatto, la amavo con tutto me stesso. Lei mi aveva tradito con gli amici e questo proprio non lo sopportavo”. Termine in primo grado è stato condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione.

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