PALAZZO AZZARA, DOPO IL DANNO, LA BEFFA, L’ENEL CHIEDE 65MILA EURO PER LO SPOSTAMENTO DELLA CABINA ELETTRICA
L’Enel ritiene che non sarebbe stato necessario spostare l’impianto elettrico così celermente.
Per lo spostamento della cabina elettrica dal palazzo Azzara alla villetta Lazzarini l’Enel presenta il conto salatissimo ai condomini. Dopo il danno,la beffa. La società elettrica pretende che siano i condomini del palazzo di piazzetta Inveges a farsi carico della spesa di 65 mila euro.
L’Enel ha dovuto spostare la cabina u dispositivo del Tribunale di Sciacca. La vicenda nasce dall’incendio della cabina situata dentro l’edificio e che due anni fa impose lo sgombero.
Una storia allucinante. L’Enel ha citato i residenti e il commerciante Aurelio Pellegrino (titolare di una vicina attività commerciale) una corposa richiesta di risarcimento danni.
I condomini del palazzo Azzara hanno deciso di rivolgersi ad un altro legale, l’avvocato Giuseppe Stassi del foro di Sciacca, mentre i suoi colleghi Carmelo Brunetto e Serafino Mazzotta continueranno ad assistere Pellegrino.
L’Enel ritiene che, nonostante l’incendio e due dispositivi specifici del Tribunale, non sarebbe stato necessario spostare l’impianto elettrico così celermente. Ecco perché adesso vuole perfino il risarcimento dei costi del “trasloco” dell’impianto. Verrebbe da dire: oltre al danno la beffa, insomma, per tutti coloro che, due anni fa, vissero con ansia e preoccupazione i mesi successivi all’incendio dell’impianto.
Quasi tutti i condomini furono costretti ad abbandonare i propri appartamenti e subirono, oltre al deprezzamento degli immobili, danni ingenti alle suppellettili, al vestiario e agli intonaci. Danni, questi, che comunque l’Enel risarcì regolarmente.
La nuova battaglia legale prenderà il via ad aprile. Quelli seguenti all’incendio, furono mesi di grande apprensione anche per il Comune di Sciacca, considerato che quella cabina elettrica serve buona parte del centro storico comprendente via Licata e via Roma e perfino parte del quartiere di San Michele. Per settimane si portarono avanti tavoli tecnici tra le parti coinvolte, si studiarono progetti e soluzioni alternative fino alla collocazione definitiva in via Licata all’interno della villetta Lazzarini.