CANTINA ENOCARBOY, LA PROCURA CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO PER 13 INDAGATI

L’ipotesi accusatoria è di bancarrotta fraudolenta. La cantina è stata una delle realtà economiche più significative del settore presente sul territorio

Risale al 2010 il fallimento della cantina Enocarboy, la realtà vinicola più significativa del territorio. La Procura della Repubblica di Sciacca ha chiesto il rinvio a giudizio per 13 indagati. Si tratta di ex componenti del Consiglio di Amministrazione e di ex liquidatori.

Gli ex componenti del Cda sono: Arturo Morreale di Sciacca (49 anni), Francesco Turturici di Sciacca (75 anni), Giuseppe Tulone di Sciacca (71 anni), Matteo Cutino di Ribera (54 anni), Giuseppe Bono di Sciacca (49 anni), Antonio Sutera di Sciacca (58 anni), Salvatore Ciacciodi Sciacca (77 anni), Antonino Raffa di Cianciana ( anni), Pascquale Caro di Montallegro(70 anni). A loro sono contestate responsabilità per il periodo antecedente al 2010.

Gli ex liquidatori sono: Domenico Marchica di Agrigento (81 anni), Concetta Chiaruni di Porto Empedocle (67 anni) e Vinceno Marinello di Sciacca (45 anni). Sono stati liquidatori da marzo 2003 a gennaio 2009.

Rinvio a giudizio è stato chiesto anche per Giuseppe Bono di Sciacca (46), imprenditore nel settore dell’olio.

L’impianto accusatorio della Procura si fonda sul fatto che  libri e scritture contabili sarebbero stati tenuti in modo tale da non consentire la ricostruzione del patrimonio aziendale e ilmovimento degli affari. Secondo gli investigatori, sarebbero state effettuate operazioni per ritardare il fallimento e che avrebbero aggravatom il dissesto societario.

Gli avvocati che assistono gli indagati sono , Aldo Rossi,  Maurizio Gaudio, Filippo Marciante, Fabio Inglima Modica, Filippo Carlino, , Alessandro Marchica, Giovanni Vaccaro, Mario Butera, Maria Floriana Salamone.

L’impianto accusatorio si divide in due vicende. La prima riguarda una scrittura privata con la Covim, una società che sarebbe dovuta intervenire con l’immissione di capitale dopo la chiusura in perdita di alcuni bilanci. Società che non avrebbe mai versato la somma per ilrilancio dell’attività dell’Enocarboy. In questa vicenda, che riguarda la scrittura privata con la Covim, sono interessati Cutino, Morreale, Turturici, Bono (1966), Tulone, Caro e Raffa. La Covim verrà poi dihiarata fallita dal Tribunale di Marsala.

La seconda vicenda riguarda Tulone, Turturici, Morreale, Bono (1966), Cutino, Sutera Ciaccio e Bono (1968). Oggetto dell’attenzione della Procura è un contrratto di affitto dello stabilimento della Enocarboy alla Oleifici Fratelli Bono. Secondo gli inquirenti il contratto vela una specie di partenariato commerciale ritenuto una associazione in partecipazione in danno della fallita Eocarboy. La Oleifici fratelli Bono non avrebbe mai versato il canone compensando le somme con spese per migliorie degli stabilimenti. 

 

 

 

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