OPERAZIONE “THE WALL”, L’EX BANCARIO NON RISPONDE AL GIUDICE

E’ accusato di essere tra i basisti della “banda del buco”. Era dipendente della banca Intesa San Paolo di Santa Margherita Belice

Non ha risposto ai magistrati Michele Maria Gandolfo, il sessantunenne bancario EX dipendente della Banca Intesa San Paolo di Santa Margherita di Belice accusato di essere uno dei “basisti” di quella che è stata definita “Banda del buco”, composta dagli otto palermitani tutti in carcere con, a loro carico, due rapine e ulteriori tre tentate rapine tra il 2012 e il 2013 in banche di Sambuca, Menfi e Santa Margherita.

L’uomo, a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari, si è avvalso dunque della facoltà di non rispondere. La stessa cosa ha fatto l’altro sambucese ai domiciliari, il settantottenne Pietro Curti. E non hanno risposto ai magistrati neanche gli altri sambucesi arrestati nell’ambito dell’operazione denominata “The Wall”: Massimo Tarantino e Rocco D’Aloisio. Quest’ultimo ha inizialmente respinto le accuse, ma subito dopo ha deciso di concludere la fase delle sue dichiarazioni.

Gli avvocati che hanno assistito i quattro indagati sottoposti ad interrotario di garanzia sono Giambalvo, Moddello, Imbornone e Barbera.

Si attende adesso l’esito degli altri interrogatori di garanzia, quelli riguardanti gli otto palermitani tutti destinatari di ordine di custodia cautelare in carcere: Vito Leale (ritenuto il capobanda), Pietro Madonia, Michele Cirrincione, Ignazio La Manna, i fratelli Carlo e Paolo Valpa, Pietro La Placa e Francesco Conigliaro. Interrogatori in corso tra oggiAggiungi un appuntamento per oggie domaniAggiungi un nuovo appuntamento per domani.

Grazie ad un fitto ingranaggio di intercettazioni ambientali, telefoniche e videoriprese, i carabinieri hanno scoperto che i rapinatori si presentavano da Palermo dopo aver organizzato i loro colpi per filo e per segno, grazie anche alla collaborazione delle loro talpe sul territorio. Una di queste, per inquirenti e investigatori sarebbe stato il bancario Gandolfo.

Nel primo dei cinque episodi oggetto d’indagine (la rapina del primo giugno 2012 alla Banca Intesa San Paolo di Santa Margherita) i ladri entrarono da una finestra laterale, una vasistas a cui erano stati allentati i perni dall’interno dell’istituto. Inoltre i carabinieri hanno accertato  che i ladri conoscevano gli impiegati delle banche per nome, cognome e in qualche caso soprannome. Pare che prima di agire riuscissero ad appropriarsi persino delle piante organiche dei singoli istituti di credito.

LE RAPINE
Le rapine in banca riconducibili alla banda criminale in argomento sono: Rapina dell’1 giugno 2012 alla Banca Intesa San Paolo, agenzia di Santa Margherita Belice, dove i malviventi riuscivano a portar via la somma in contanti di 100.000,00 euro circa; Tentata rapina del 16 luglio 2012 al Banco di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia, agenzia di Menfi; Rapina dell’ 8 agosto 2012 al Banco di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia, sede centrale di Sambuca di Sicilia, dove i malviventi riuscivano a portar via la somma in contanti di 112.000 euro circa; Tentata rapina del 27 settembre 2012 alla Banca San Paolo, agenzia di Sambuca di Sicilia; Tentata rapina del 29 novembre 2013 alla Banca Intesa San Paolo, agenzia di Santa Margherita Belice.

LA TECNICA
La tecnica del buco, realizzata nelle ore notturne, consentiva di minimizzare il rischio di essere individuati. Peraltro, al fine di evitare una possibile identificazione, i contatti telefonici tra basisti e rapinatori si realizzavano attraverso schede telefoniche riservate e intestate a terzi, sino ad interrompersi del tutto nella fase strettamente operativa. Infine mediante servizi di “staffetta”, venivano trasportate in questi territori le autovetture rubate, sempre delle comuni FIAT Panda, da impiegare il giorno della rapina durante la fase di avvicinamento all’obiettivo. Durante le indagini, rese complesse dalle ingegnose accortezze usate dai rapinatori, sono state sviluppate tecniche investigative che sono andate dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, all’analisi dei tabulati telefonici, alle informazioni testimoniali, nonché all’impiego pressoché sistematico dei servizi di osservazione e pedinamento anche con l’uso di strumenti di video-ripresa.

ALTRI REATI CONTESTATI
Oltre alle rapine, alcuni indagati sono ritenuti responsabili anche di altri fatti delittuosi. In particolare si fa riferimento ad un’arma da fuoco ricettata da Tarantino Massimo, una pistola Bernardelli cal. 9×21, trafugata in data 28 gennaio 2008 da una cassaforte del Comune di Sambuca di Sicilia, già in dotazione organica al Corpo di Polizia Municipale. Infine T arantinoMassimo, La Placa Pietro e Conigliaro Francesco risponderanno anche di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine in banca.

(Nelle foto gli indagati di Sambuca di Sicilia e Santa Margherita Belice, sottoposti in giornata a interrogatorio di garanzia)

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